Sanità

Ospedale di Gallipoli, “turni massacranti e pazienti a rischio”

GALLIPOLI – Turni di lavoro massacranti, assistenza dei pazienti gravemente carente, salute dei lavoratori a rischio. A fotografare la situazione, difficile e complicata, del reparto di Medicina dell’ospedale di Gallipoli, sono i sindacati che nelle scorse ore hanno lanciato l’allarme. “La situazione è insostenibile”, dicono all’unisono il segretario provinciale Fp Cgil, Floriano Polimeno, il coordinatore provinciale Antonio Piccinno e il segretario provinciale Fials Vincenzo Gentile che hanno deciso di scrivere al direttore sanitario e ai dirigenti infermieristici della Asl Lecce e al direttore medico dell’ospedale di Gallipoli.

L’impennata dei casi di influenza e il ricorso alle cure per i contagi da Covid rischia di mandare in tilt il nosocomio salentino.

Nel frattempo si assiste ad un paradosso. I posti letto funzionanti sono diventati 28, ma l’assistenza continua ad essere prestata dalla stessa dotazione organica di personale medico, infermieristico e operatori sociosanitari. La coperta, insomma, è sempre la stessa. Ed è cortissima.

E’ inaccettabile – tuonano i rappresentanti sindacali – che si ricorra allo straordinario per coprire i turni attingendo da altre unità operative. In tale situazione la sicurezza clinica dei pazienti è divenuto uno dei punti più critici: nonostante il sacrificio e lo spirito di abnegazione del personale, in determinate situazione, non si riesce nemmeno a soddisfare i bisogni primari dei pazienti, come l’assistenza durante il pranzo o il giro letti”.

Uno scenario preoccupante aggravato dallo stop alle richieste di ferie avanzate dal personale sanitario. “Una scelta ritenuta incomprensibile dai diretti interessati cosi come quella di aumentare i posti letto funzionanti, considerato che il Pronto Soccorso si è ugualmente intasato di pazienti in attesa di Posto letto. “Sinora – ricordano i sindacati – si è fatto fronte a tutto ciò grazie al sacrificio degli stessi operatori ma la situazione è divenuta ormai insostenibile e proseguire oltre significa mettere a repentagli i pazienti e lo stesso stato di salute degli operatori”

Di qui la richiesta ai vertici sanitari di implementare le risorse umane, a cominciare dall’impiego di nuove figure di operatori sociosanitari.

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