Cronaca

Omicidio carabiniere Copertino: Aportone resta in carcere

Silvano Nestola

LECCE – Michele Aportone resta in carcere, perché le sue condizioni sono state giudicate compatibili con la detenzione. In Corte d’Assise, presidente Pietro Baffa, Francesca Mariano a latere e giudici popolari, è stata depositata l’ordinanza con la quale si rigetta la richiesta di sostituzione della custodia cautelare in carcere con la misura degli arresti domiciliari nei confronti di Aportone, 71enne unico imputato nel processo per l’omicidio di Silvano Nestola,

Michele Aportone

carabiniere in quiescenza ammazzato a Copertino il 3 maggio 2021. Era stata la difesa di Aportone, l’avvocato Francesca Conte, a presentare richiesta di sostituzione della misura cautelare basandola sulle condizioni fisiche patologiche dell’uomo.

 Il 18 ottobre scorso, i giudici avevano nominato il dottor Alberto Tortorella per verificare l’eventuale incompatibilità dell’imputato con il regime carcerario e il medico, dopo averlo visitato e dopo aver acquisito la documentazione clinica, ha concluso per la compatibilità, seppur in presenza di uno stato di ansia e ipertensione, considerati però non rilevanti neanche sotto il profilo psichiatrico. Il pm Santacatterina aveva dato parere favorevole ai domiciliari ma la Corte ha respinto le argomentazioni ritenendo che, oltre a condizioni di salute compatibili con il regime detentivo, permangano gravi e specifiche esigenze cautelari quali quelle già positivamente valutate dal Tribunale del Riesame e dalla Cassazione. Il processo entrerà nel vivo il 20 dicembre con la prima udienza istruttoria in cui saranno ascoltati i carabinieri che effettuarono il sopralluogo sulla scena del crimine e quelli che acquisirono i video filmati per ricostruire i movimenti dell’imputato il giorno del delitto.

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