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Irregolarità nei test anti Covid: controlli dei NAS in tutta Italia. Una denuncia anche a Brindisi

SALENTO – La campagna di accertamenti per verificare la corretta esecuzione di tamponi e analisi antigeniche per la ricerca del Covid-19 nei punti prelievo di farmacie e centri di analisi è stata avviata in tutta Italia dai Carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il Ministero della Salute.

I militari del NAS (Nucleo antisofisticazione e sanità) stanno scandagliando da un mese i punti tamponi contro i soggetti cosiddetti “falsi positivi”, cioè chi, già risultato effettivamente positivo al Covid, si presenta poi in un altro posto per effettuare un nuovo prelievo, presentando però la tessera sanitaria di un’altra persona, generalmente qualcuno “no vax ” per fargli ottenere, alla scadenza della quarantena

e dopo il test che risulti negativo, il green pass. Ovviamente falso.

I controlli dei NAS si concentrano, dunque, nella verifica, nei punti di prelievo, della correttezza delle operazioni di identificazione dei soggetti da sottoporre a test, “previa richiesta ed esibizione del documento di identità unitamente alla tessera sanitaria”. Anche in una farmacia di Brindisi è stata riscontrata una irregolarità: riguarda, però, una dipendente che non aveva i requisiti per effettuare i test. Il titolare è stato denunciato per aver consentito alla collaboratrice di eseguire test rapidi antigenici per il covid-19 sebbene non in possesso dei prescritti titoli abilitativi.

L’inadeguatezza delle figure professionali impiegate nell’esecuzione dei tamponi, a volte effettuati da personale non qualificato e, in altri casi, privo del green pass obbligatorio, è una delle irregolarità che, in questo mese, i NAS hanno riscontrato in tutta Italia, insieme all’uso di tamponi e kit reagenti non regolari e, come detto, alla mancata identificazione e registrazione delle persone sottoposte a test.

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