LECCE – Meglio poche ma vere, che tante e fantasma: il Pd di Lecce cerca di riprendersi dalla botta elettorale, partendo dalle tessere per arrivare al Congresso: “Che vogliamo sia vero – dicono da via Tasso – non organizzato per pacchetti di voti e spartizioni correntizie”.Meglio poche ma vere, che tante e fantasma, si diceva: perché nel 2009, anno del Congresso che elesse Segretario cittadino Fabrizio Marra, gli iscritti al Pd leccese risultavano oltre mille. L’anno dopo erano già scesi a circa 600, per ridursi a circa 350 nel 2011. L’obiettivo è quello di arrivare al Congresso di ottobre con attivisti in carne e ossa, piuttosto che padroni delle tessere. E allora il tentativo messo in campo dal gruppo di traghettatori guidati da Alfonso Rampino è quello di tenere aperta per tutta l’estate, fino a metà di settembre, il circolo di via Milizia.
E al tempo stesso effettuare iniziative nei quartieri, uscire allo scoperto e all’aperto per cercare di coinvolgere nuove energie. Ma intanto ci sono assenze che pesano: neanche un Consigliere comunale alla conferenza stampa. Assente giustificato è sicuramente Paolo Foresio, nelle stesse ore impegnato nella prima conferenza dei capigruppo. “Gli altri ci sono, anche se non fisicamente presenti”, assicura Rampino.
Gramsci l’avrebbe chiamato ottimismo della volontà. Ma di certo uno dei primi problemi con il quale il Partito democratico leccese dovrà confrontarsi sta proprio qui: nel rapporto fra una struttura di partito rivelatasi evanescente e i comitati personali di coloro che da candidati mostrano di pescare consenso al di là del Pd. Il Congresso di ottobre – anche con le diverse mozioni che prevedibilmente si daranno battaglia – servirà, forse anche a questo.