LECCE – 10 proposte operative per uno sviluppo partecipato. La Provincia di Lecce le ha scritte nero su bianco in un documento da affidare al tavolo con Università, Confindustria, Confartigianato, Sindacati.
Il dato di partenza è nerissimo: 210.183 cittadini, quasi un terzo della provincia, sono iscritti nelle liste dei Centri per l’Impiego, tra disoccupati, inoccupati e sottoccupati, vale a dire lavoratori senza un impiego fisso.
Le aree più critiche rimangono quella di Casarano e di Lecce, assieme a Campi Salentina, Nardò e Tricase. Eppure, in quelle stesse zone rimangono inevase le richieste di alcune figure professionali, come camerieri, muratori specializzati, infermieri professionali, addetti alla produzione biologica.
L’obiettivo è di creare un incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Le linee di intervento sono diverse e viaggiano dal turismo, specie nautica da diporto, all’incremento di impianti da golf, sebbene su questo si dovrà valutare poi l’impatto non neutro sul territorio, fino alla creazione di una sorta di borgo ricostruito in cui ospitare la vetrina permanente delle produzioni locali artigianali.
Si spazia anche tra la green economy, la mobilità elettrica, la valorizzazione dell’agricoltura a km 0, della valorizzazione del patrimonio pubblico sottoutilizzato. È su questo che ci si dovrà affrettare a ragionare, specie per non perdere gli ultimi fondi europei prima che Bruxelles chiuda i rubinetti.