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De Marco, prima richiesta dal carcere: un libro di preghiere. Da lunedì Ris al lavoro sul dna

LECCE – “Gli abbiamo chiesto cosa volesse riferire ai genitori, in attesa che possano essere autorizzati ad andare a trovarlo in carcere. Ha chiesto soltanto di avere un libro di preghiere”. È quanto riferisce l’avvocato Andrea Starace che, insieme al collega Giovanni Bellisario, difende Andrea De Marco, reo confesso del massacro di Daniele ed Eleonora, in via Montello a Lecce.

“L’isolamento giudiziario, a Borgo San Nicola, era fissato fino a venerdì” riferisce ancora il legale. Al momento, però,il 21enne non è stato trasferito nelle celle ordinarie. Tante le valutazioni in corso in casi come questo.

Nelle scorse ore la Procura ha incaricato il consulente Silverio Greco per l’analisi di computer, cellulari e tre pen-drive sequestrati in casa di De Marco nell’appartamento di via Flaming . I suoi difensori hanno scelto di non nominare alcun consulente tecnico di parte.

Lunedì prossimo, invece, sarà conferito l’incarico agli uomini del Ris di Roma per procedere agli accertamenti tecnici sulle tracce biologiche e le impronte dattiloscopiche di quanto sequestrato dai militari durante il pedinamento dell’aspirante infermiere.

Saranno dunque analizzati i preservativi prelevati al margine della serata di domenica trascorsa da De Marco in compagnia di una escort. E poi c’è la banconota di 20 euro usata dal ragazzo in un’edicola leccese per acquistare un fumetto giapponese.

Tasselli che serviranno ad avere la certezza della sua responsabilità. Responsabilità che, nonostante la confessione del 21enne, deve essere comunque confermata dagli accertamenti.

E.Fio

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