Attualità

Il fondo affitti sbloccato è del 2018, nulla a che fare con l’emergenza

BARI – È stato forse il tempismo della notizia sullo sblocco di questi soldi del fondo affitti, ad aver indotto molti in errore. In realtà nessun nuovo bando e nessuna graduatoria sono stati fatti: i 23 milioni sbloccati dalla Regione Puglia, nei giorni scorsi, riguardano il fondo affitti dell’annualità 2018, nulla a che vedere con misure straordinarie legate all’emergenza Coronavirus.

Perchè allora si parla di Comuni in ritardo nel presentare la documentazione per captare questi fondi di un vecchio bando? Ve lo spieghiamo subito.

La delibera con la quale sono stati stanziati questi 23 milioni a sostegno dei pugliesi in difficoltà nel pagare l’affitto, prevedeva che i Comuni stilassero una graduatoria, attivassero un cofinanziamento per godere della premialità e, oltre alla richiesta via Pec, si iscrivessero alla piattaforma regionale appostita, denominata “Push”. Iscrizione questa che è sufficiente fare una volta sola e valida per sempre.

Il nodo ritardi risiede tutto in questo passaggio: i Comuni hanno inviato la richiesta via Pec ma non si sono iscritti alla piattaforma, venendo meno ad uno dei criteri imprescindibili previsti dalla delibera. Ecco perchè, considerata l’emergenza e il gran da fare dei primi cittadini, nelle scorse ore l’assessore regionale alle Politiche Abitative Alfonso Pisicchio ha comunicato che i fondi saranno erogati anche in favore delle amministrazioni inadempienti in tal senso. Certo, la priorità sarà data ai Comuni che hanno ottemperato agli obblighi, 81 in tutto: per iscriversi alla piattaforma, del resto, i tempi concessi erano lunghi: dal 4 novembre 2019 al 31 marzo di quest’anno. Chi non lo ha fatto, si diceva, godrà comunque del bonus, ma sarà erogato dopo rispetto agli 81 Comuni virtuosi, prorogando inoltre la possibilità di iscriversi alla piattaforma push entro il 15 di aprile.

Dunque l’unica novità in chiave emergenziale è la tolleranza stabilita dall’ente Regione nei confronti dei Comuni che, per una bruttura burocratica, rischiavano di perdere i fondi. Il tutto a danno dei cittadini in difficoltà.

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