Sanità

Coronavirus, Puglia pronta. Ma mancano mascherine e sangue

BARI – Anche gli ultimi 24 casi sospetti, analizzati oggi, sono risultati negativi. E con questi sono 100 i tamponi effettuati in Puglia, tutti fortunatamente dall’esito negativo, di questi solo 10 sono stati inviati allo Spallazani. Per ora la Puglia resta fuori dalle zone del contagio da coronavirus ma, avverte il governatore Emiliano, “tutto è possibile. Sappiamo che in Lombardia si sono ammalate 240 persone, è normale che questo virus si sia potuto trasportare attraverso contatti che non sono facili da individuare”.

Insomma bisogna prepararsi. Per questo la rete, come anticipato nelle scorse ore è pronta: le unità operative di Malattie infettive, con il Policlinico di Bari come hub, sono attive. Sono 195 i posti letto dedicati, di cui 25 a pressione negativa e isolamento. Pronta anche la rete di 8 laboratori di Microbiologia e Virologia, per le analisi del caso. A questi si potrebbero aggiungere anche altri laboratori presenti sul territorio.
Ciò che manca sono le mascherine. Ne servono 300mila al mese, altrettanti sono gli occhialini necessari. La Regione le ha ordinate ma sono state dirottate nelle regioni con emergenza attiva. Per questo nella riunione tenuta con il governo e Protezione civile, i governatori hanno sollecitato l’invio di dispositivi, così da evitare anche lo sciacallaggio della speculazione.
Ma c’è un altro allarme: la carenza sangue. “Evidentemente – spiega il capo dipartimento Salute della Regione, Vito Montanaro – si è diffusa l’idea di rischiare la contrazione del virus se ci si reca in ospedale per donare il sangue. La donazione avviene in ambienti protetti, sterili. Quindi – ha aggiunto – l’invito è ai pugliesi, a continuare questa opera meritoria perché se dovesse essere necessario, avremmo bisogno di scorte rilevanti“.

Le misure che tutte le regioni senza casi accertati dovranno attuare sono contenute nell’ordinanza che il Consiglio dei ministri sta varando e che sarà poi adottata dalla Puglia. I contenuti non sono ancora del tutto noti. Nel frattempo, ha detto Emiliano, rimane l’invito a segnalare il rientro a casa. Ma a tal proposito una critica la muove alle regioni del nord: “La chiusura unilaterale da parte di alcune Università e di alcune Regioni di scuole – ha sottolineato il presidente – ha messo le regioni del Sud davanti ad un problema che si sarebbe potuto evitare gestendo questi provvedimenti di chiusura con l’indicazione di non trasferirsi in massa da nord a sud, cosa che ci ha causato qualche problema”.

Chi rientra dalle regioni del contagio, ha ricordato Emiliano, deve fare il tampone e anche se negativo, ha detto, deve essere cauto e non frequentare luoghi affollati. Comunque l’appello è a non chiamare il 118 ma il medico curante o la Asl.

La preoccupazione, e di qui la sollecitazione al governo, è anche per l’aspetto ecnomico: “Siamo preoccupati per l’effetto che la sospensione delle gite avrà sulle strutture alberghiere in Puglia – ha concluso il governatore -. Rischiano di non riuscire a pagare il personale se non riprenderanno presto”. Anche su questo si attende la risposta del governo.

Articoli correlati

Covid, è corsa per allestire 2900 posti letto in 28 giorni

Redazione

650 milioni di euro, così il Pnrr cambierà la sanità

Redazione

Ispezioni Sanità, Pagliaro: “privato accreditato modello virtuoso da replicare nel Pubblico”

Redazione

“Zona troppo piccola per il nuovo ospedale Maglie-Melpignano”: i dubbi nelle carte

Redazione

Covid, 60 nuovi casi e nessun decesso. Al via terza dose per fragili

Redazione

Apparecchiature Asl, M5s: “appalto di 36 mesi dura da 10 anni”

Redazione