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Alcar, sciopero con sit-in davanti ai cancelli e incontro in prefettura

LECCE- Tornano a protestare i dipendenti di Alcar Industrie srl. A partire dalle 6,00 del mattino, gli operai hanno incrociato le braccia per il mancato rispetto degli accordi presi dall’azienda il 5 febbraio scorso. Il verbale sindacale prevedeva: il pagamento il 15 febbraio dello stipendio di gennaio e il cosiddetto “bonus Renzi” ai lavoratori che nello scorso anno hanno scelto l’erogazione in un’unica soluzione (960 euro), la retribuzione di febbraio e un quarto di tredicesima il 15 marzo, la retribuzione di marzo e l’ultimo quarto di 13esima il 15 aprile. Al primo step, l’azienda non ha rispettato in toto questo accordo, avendo erogato solo il salario. Ed i lavoratori, come annunciato già il 5 febbraio, hanno scelto di scioperare. Fermi in presidio davanti ai cancelli dello stabilimento di Lecce, hanno scioperato in massa: adesione al 90%. Il prefetto Maria Teresa Cucinotta ha telefonato al presidente dell’azienda, Matteo Ginatta, ricevendo rassicurazioni sugli impegni presi.

“Chiediamo certezze sulla continuità industriale. I lavoratori, di fronte ad impegni resi e nuovamente disattesi o rispettati parzialmente, sono in ansia per il futuro dell’impresa. Insieme a loro attendiamo un segnale di controtendenza rispetto alla storia degli ultimi mesi”, dicono Longo e Morea. “Il problema oggi è il sentimento di sfiducia che si genera nel momento in cui si firmano accordi poi non mantenuti”. I sindacati hanno chiesto un incontro in sede istituzionale con i vertici dell’azienda entro questa settimana.
 
Tra i lavoratori serpeggia malumore anche per altre situazioni: il ritardato versamento al fondo Cometa e dei contributi all’Inps (al punto che diversi dipendenti si sono vista rigettata la richiesta di Naspi). Fatto ancor più preoccupante, i dipendenti che hanno in corso pratiche di cessione del quinto dello stipendio hanno scoperto che l’azienda non ha versato per alcuni periodi i soldi alle società finanziarie. “Situazioni che si sommano alle precarie condizioni di sicurezza all’interno dello stabilimento, con operai non dotati di guanti, scarpe anti infortunistica e occhiali per saldatori. Tutta una serie di segnali che non ci fanno stare sereni, anche alla luce degli impegni che Alcar Industrie srl deve affrontare nei prossimi mesi: ricapitalizzazione e versamenti alla procedura concorsuale”.

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