Cronaca

Il padre morì avvolto dal fuoco: per il pm il figlio non aveva intenzione di uccidere

COLLEPASSO- L’accusa è di omicidio preterintenzionale aggravato. Vittorio Leo, 48 anni, indagato per la morte del padre 90enne Antonio, non aveva intenzione di uccidere l’uomo, ma la situazione gli sfuggì di mano. Queste le conclusioni a cui è arrivato il pm che ha seguito le indagini sulla morte del 90enne, preside in pensione, avvenuta nell’abitazione di via Don Luigi Sturzo a Collepasso il 29 maggio dello scorso anno. L’uomo morì bruciato, avvolto dalle fiamme, dopo un litigio con il figlio.

Vittorio Leo fu arrestato quella sera, dopo aver avvisato, lui stesso, i carabinieri. Il corpo del padre, completamente carbonizzato, fu trovato riverso in bagno. Il figlio, che conviveva con la vittima, raccontò di aver versato addosso al genitore una bottiglia di alcol con la quale si stava medicando una ferita in preda all’ira, dopo l’ennesimo rimprovero. Il fornello acceso in cucina innescò una fiammata che avvolse in pochi secondi i vestiti dell’uomo trasformandolo in una torcia umana.

L’anziano, che dalla cucina raggiunse il bagno nel tentativo di spegnere le fiamme con l’acqua, cadde a terra provocandosi una profonda ferita alla testa. Non fu quindi un omicidio volontario secondo il magistrato inquirente Luigi Mastroniani che ha firmato l’avviso di conclusione indagini. Certo però che l’uomo non soccorse il padre perché nel frattempo era stato sopraffatto da uno stato di angoscia paralizzante.

Vittorio Leo è difeso dall’avvocato Francesca Conte.

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