Politica

Casapound e militanti bannati da Fb e Instagram, Centonze: “Mai diffuso odio”

LECCE- La scure di Facebook e Instagram colpisce anche Casapound Lecce: oscurate le pagine ufficiali ma anche i profili personali di diversi esponenti salentini del movimento di estrema destra. L’accusa per tutti è di istigazione all’odio.

“Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram. Candidati e partiti politici – spiegano dall’amministrazione dei due social – così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia”. Gli account rimossi, a loro dire, hanno violato questa policy.

Nel giudizio, però, non pesa solo se gli utenti hanno usato parole di odio ma anche se hanno gestito pagine o gruppi che sono stati rimossi per aver pubblicato contenuti in violazione della politica aziendale. “Io non ho mai diffuso né odio né discriminazione – replica il leccese Matteo Centonze, più volte candidato alle amministrative in città – e non capisco come una piattaforma pur privata, ma che ormai svolge una funzione pubblica, possa sbeffeggiare la Costituzione italiana. Sicuramente si tratta di un attacco specifico in un clima politico abbastanza acceso negli ultimi giorni, ma io non auguro a nessuno di essere privati della propria libertà”.

La pagina di Casapound Lecce contava circa 7mila iscritti: cassa di risonanza non da poco per le iniziative del gruppo. “Andremo avanti con altri canali social e contatti diretti – aggiunge Centonze-. Non siamo completamente tagliati fuori ma questa mossa sicuramente ci danneggia”. Cancellati, quindi, come detto, non solo gli account di Gianluca Iannone, presidente di CasaPound Italia, e Simone Di Stefano, vicepresidente, ma anche quelli di militanti locali e gestori delle pagine ufficiali, compresi quelli di consiglieri comunali eletti. Si preannunciano azioni legali.

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