AmbienteAttualità

Fotovoltaico, avanti un altro: mega progetto da 30 ettari su vigneti e carciofeti

BRINDISI- Come si dice, avanti un altro. Arriva l’ennesimo progetto di mega impianto fotovoltaico su suoli agricoli. È il quinto in pochissime settimane, dopo quelli di Guagnano e Copertino nel Leccese e di Francavilla Fontana ed Erchie nel Brindisino. Stavolta, dovrebbe svilupparsi su una superficie di 30 ettari, nelle campagne tra Mesagne e Brindisi. È denominato “Albanesi”, probabilmente dalla zona che dovrebbe accoglierlo, e sarebbe diviso in quattro distinte aree, per poi collegarsi con un cavidotto interrato, dopo 3,4 chilometri, ad una sottostazione rlettrica sempre nel comune di Brindisi. Il 9 agosto scorso, a presentare in Provincia istanza di avvio della procedura di Valutazione di impatto ambientale è stata la società MySun srl, con sede legale a Bari.

L’impianto dovrebbe avere potenza di 11,4 Mw e, ovviamente, per la società gli impatti sono pari a zero, come se quell’area non avesse nulla di rilevante. “Non ci sono particolari colture agroambientali da salvaguardare – è scritto nel progetto – poiché il sito è destinato per la quasi totalità della superficie ad un uso seminativo non irriguo (coltivato a carciofi, ndr) e solo per una piccola parte a vigneto”.

E poi ci sono impluvi e reticoli d’acqua da dover considerare. E non solo: “Nel sito di intervento a carattere prevalentemente agricolo, non sono presenti habitat e specie vegetali di interesse conservazionistico”, aggiunge la MySun. A poca distanza però ci sono il vicino Sic Boschi dei Lucci e la riserva naturale Boschi di Santa Teresa e Lucci. A tal proposito, la società mette le mani avanti: “L’impatto sulla fauna – dice – sarà mitigato anche attraverso la realizzazione di pozze per l’abbeveraggio della fauna selvatica da porre nelle porzioni dell’impianto prossime all’area di rispetto dei boschi. L’impatto di rumore e vibrazioni risulta limitato all’area ristretta limitrofa alle posizioni dell’impianto fotovoltaico e comunque tale da rispettare i limiti di emissione previsti dalla normativa vigente. Il valore basso dell’impatto è garantito dall’assenza di recettori attuali e potenziali nell’area”.

Per limitare l’impatto visivo si prevedono anche corridoi verdi con siepi tra le quattro parti in cui è diviso il grande impianto da 30 ettari. Entro metà ottobre tutti potranno presentare osservazioni al progetto. Nella consapevolezza che quella che si sta scatenando, ancora una volta, è una corsa ai terreni da sottrarre all’agricoltura per farne distese di silicio.

Articoli correlati

Contagi Covid: studio internazionale parte da due scuole di Lecce

Redazione

Duemila interventi, protesi hi-tech e Rete Traumatologica: così l’Ortopedia del “Vito Fazzi” fa scuola

Redazione

Ex Aspica, completata rimozione rifiuti

Redazione

In Consiglio provinciale slitta ancora la mozione No Tap: manca il numero legale

Redazione

Pista di Nardò, martedì dipendenti in sciopero davanti ai cancelli

Redazione

Dal 23 al 26 settembre, Lecce torna ad essere capitale delle “Conversazioni sul futuro”

Redazione