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Moriero si racconta in un libro. Il Lecce? Come quello del 1988

LECCE – (di Tonio De Giorgi) Per presentare il proprio libro, “Checco passa la palla”, Checco Moriero si è circondato dei propri amici, ex compagni di squadra, cresciuti come lui nel vivaio giallorosso. Presenti pure gli autori del libro Luca Carminati e Luca Tronchetti.

Moriero,  nel suo libro cosa racconta?

“Ho scritto questo libro in occasione dei miei cinquant’anni. Ripercorro la mia storia, da dove vengo. Quando si parla di calciatori e di successo si pensa solo alle cose belle. Invece, è giusto anche ricordare da dove uno è arrivato, ai sacrifici fatti. Oggi ho voluto intorno a me tutti i miei amici della 167, quartiere in cui sono nato e cresciuto, tutti i miei ex compagni di squadra leccesi. È una biografia molto particolare in cui si racconta di questo ragazzo che nasce per diventare un giocatore del Lecce. Ho voluto far conoscere la vera storia di Checco Moriero. È scritto con umiltà e passione. I ragazzini lo dovrebbero leggere e apprendere i valori della vita e dello sport. Il calcio è uno sport e bisogna crescere con una certa cultura”.

Il suo ringraziamento più grande a chi va?

“A mia mamma e papà. Hanno fatto tantissimi sacrifici e mi hanno sempre stimolato. Ma voglio ricordare pure i miei nonni, che non ci sono più e mio zio Enzo, che sono state persone fondamentali per me”.

“Checco passa la palla” è il titolo del suo libro.

“Nasce in un Piacenza-Inter: presi palla a centrocampo e cominciai a dribblare. E quello slalom rappresenta un po’ la mia vita, che non è stata mai facile”.

Nel calcio di oggi il dribbling è un gesto tecnico sempre più raro.

“È un discorso abbastanza lungo: si è persa di vista la tecnica di base, la voglia di far divertire i ragazzini. Nelle scuole calcio vedo allenatori che pensano più alla posizione e non stimolano magari lo sviluppo della fantasia del bambino. Nessuno mai si deve permettere di dire a un bambino quello che deve fare; un bambino ha bisogno di sognare perché non costa nulla”.

Il suo Lecce è tornato in Serie A.

“Grande soddisfazione, ho rivisto la passione di una volta e sono contento. Dobbiamo ringraziare soprattutto la società e Saverio Sticchi Damiani, una persona che ha creduto in questo progetto e ha riportato grandissimo entusiasmo. Siamo tutti contenti: le persone mi fermano per strada e mi abbracciano come se fossi andato io in Serie A. Questo Lecce mi ricordava quello dell’88: una squadra nata non per vincere il campionato, invece facemmo una scalata incredibile. Faccio ancora i complimenti al Lecce e soprattutto ai tifosi perché quest’anno hanno comunicato molto con la società, hanno tenuto sempre i piedi per terra, hanno creduto sempre in questi ragazzi che hanno fatto gruppo. Pertanto, faccio i complimenti a loro”.

Moriero allenatore, intanto, riparte dalla Cavese.

“Dopo un anno di pausa riparto dalla Cavese, una società sana e solida, che mi ha proposto un progetto, spero di poter far bene e non vedo l’ora di iniziare”.

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