AttualitĂ 

Regione e Inps in guerra da 12 anni per 3 milioni di euro

BARI – Un tira e molla lungo 12 anni. Con in ballo oltre 3 milioni di euro. La vicenda risale al 2008 e vede contrapporsi Regione Puglia e Inps, all’epoca dei fatti Inpdap.

Le due amministrazioni pubbliche si contendono 3 milioni di euro che, entrambe, esigono dalla controparte.

Ma andiamo con ordine. Nel 2008, l’allora Inpdap presenta ricorso al Tribunale di Roma perchĂ© la Regione Puglia notifica all’ente il pignoramento di 3milioni e 195mila euro per il mancato versamento della quota parte del trattamento di fine rapporto, somme spettanti ai dipendenti cessati dal mandato anticipate interamente dalla Regione. Secondo l’ente di Lungomare Nazario Sauro, che applica una legge dell’83, metĂ  delle somme dovute ai dipendenti è a carico proprio, l’altra metĂ  è a carico dell’Inps, al tempo, come detto, Inpdap. Ma l’ente previdenziale il rimborso della quota di propria competenza non l’ha mai fatto.

Di qui l’ingiunzione da parte della Regione. Respinta, però, dall’Inps perchĂ© – e questa è la tesi supportata – il rimborso andava chiesto nei 5 anni, dunque ogni diritto è prescritto. Il contenzioso, a suon di ricorsi, si basa proprio su questo: da una parte l’Inps che rimarca la prescrizione di ogni diritto dopo 5 anni, dall’altra la Regione che rigetta questa tesi ribattendo che la prescrizione, in queste materie, arriva dopo 10 anni.

La Regione vince la causa in primo grado, ma non in Corte d’Appello. Tra la prima e la seconda sentenza passano 10 anni. E non è affatto finita perchĂ© ora l’Ente di Lungomare Nazario Sauro ha presentato ricorso in Cassazione.

Per ora, dunque, in ballo ci sono 3 milioni 195 mila euro. Ma la cifra è destinata a salire perchĂ© di cause in piedi, per lo stesso motivo, ce ne sono quattro, tra Roma e Bari. Quindi ai 3 milioni si aggiungono altre 500mila euro di un’altra delle cause pendenti e potenzialmente, con gli interessi stimati negli uffici legali, altri 600mila euro. Per un totale, ipotetico ma possibile, di 4 milioni e mezzo di euro.

Una guerra tra pubbliche amministrazioni che non prevede nemmeno un tentativo di conciliazione.

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