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Ricercatori precari e diritti: “Perché noi No?”

LECCE- Invece di stabilizzare chi svolge con dedizione questo lavoro da anni, si va ad aumentare il bacino dei precari. Questo denunciano i ricercatori, precari appunto, dell’Università del Salento. In vista dell’appuntamento nazionale del 17 novembre a Roma, si sono incontrati in assemblea la Flc Cgil Lecce e l’Adi, Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani. “La situazione -dicono- Le scelte legislative passate, la riforma Gelmini, le norme sul contenimento della spesa pubblica e quelle sull’assunzione nelle pubbliche amministrazioni hanno determinato di fatto finanziamenti inadeguati e spesso insufficienti a coprire le esigenze di fabbisogno degli atenei in particolare di quelli meridionali, da sempre i più poveri”. “Nei nostri atenei sperimentiamo precariato selvaggio e lavoro gratuito, mentre i nostri colleghi europei hanno diritti e retribuzioni adeguate. Perché noi no?” si chiedono. Inoltre, i 39 ricercatori precari Unisalento della Convenzione FIR – FutureInResearch – della Regione Puglia, si sono visti scadere i contratti senza possibilità di proroga.

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