LECCE – Dopo tre giorni di passione in Prefettura, una piccola boccata d’ossigeno: gli stipendi di settembre sono stati erogati. Ai dipendenti Lupiae quello che sta a cuore, però, va ben oltre: il futuro della partecipata, il monte ore dei contratti che saranno chiamati a convertire certamente in multiservizi e, soprattutto, il nodo proroga delle convenzioni dal quale tutto dipende. Per questo lunedì mattina si torna in assemblea, a partire dalle 11 nel centro per anziani di viale Roma, con il sindaco Carlo Salvemini presente.
In vista dell’ennesimo momento di confronto i sindacati rimarcano la loro posizione: “No alla riduzione del monte ore. Dunque no al taglio degli stipendi”. Da quando l’ipotesi di trasformazione del contratto da terziario a multiservizi è diventata certezza, gli animi si sono accesi ulteriormente, come dimostra il sit in improvvisato giovedì mattina dai lavoratori alle porte di Palazzo Carafa, al margine del tavolo interistituzionale in Prefettura tra sindacati, vertici Lupiae e sindaco. La necessità di tagliare le posizioni contrattuali ormai troppo onerose per la partecipata e, di conseguenza, per il Comune di Lecce ha acuito il malcontento e i sindacati non intendono fare alcun passo indietro: “Convertire il contratto sì, ma -precisano- nessuna riduzione a 32 ore”. Fermi sulle 40 ore, full-time, e non se ne parli più.
Come rimarcato giovedì mattina dallo stesso sindaco, al margine dell’incontro con i lavoratori in stato di agitazione, i 9,5 mln di euro di prestazioni del 2018 non potranno più essere garantiti. “Dunque -ha aggiunto il primo cittadino- chiedere che nessun lavoratore perda il posto e che tutti i servizi vengano rinnovati, dovendo contestualmente tagliare le risorse, significa accettare sacrifici in busta paga: è una necessità non un’imposizione”.
Quella di lunedì si preannuncia un’assemblea di fuoco, l’ennesima.
E.Fio
