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C’è l’accordo: Salvemini resta sindaco e nasce “Prima Lecce”

LECCE –  “Un patto di scopo, programmatico, senza scadenze. Abbiamo impiegato un mese per sottoscriverlo ma alla fine ce l’abbiamo fatta” . È con queste parole che il sindaco Salvemini questa mattina ha annunciato l’accordo con 3 dei 4 consiglieri di Grande Lecce: Paola Gigante, Laura Calò e Antonio Finamore. I tre, in una nota congiunta, fanno subito sapere di fuoriuscire con effetto immediato dal gruppo “Grande Lecce” e di fondare “Prima Lecce”, gruppo consiliare autonomo e indipendente.

Cosa è successo negli ultimi 4 giorni dopo che Finamore aveva rivendicato la simbiosi con Marti?Una vera spallata considerato che alla scadenza del patto per la città i 3 consiglieri sottolineano che si sentiranno liberi di intraprendere i percorsi politici più coerenti con le loro idee.

A parte i retroscena, quello firmato è un accordo su 10 punti che garantirà l’approvazione del bilancio di previsione in consiglio giovedì prossimo e dunque la continuità del governo Salvemini. Il primo cittadino ai nostri microfoni era stato infatti chiaro:” l’ok al bilancio non basta, bisogna trovare un accordo a lunga scadenza“. E così è stato: un patto per la città, “10 punti condivisi e sui quali non è stato difficile trovare la quadra” aggiunge, specificando anche che “per come è stato impostato l’accordo ciascuno dei 3 consiglieri assume un impegno pubblico ma in modo assolutamente individuale”. A tal proposito spiega di aver contattato il Senatore Marti solo una volta, 20 giorni fa. “La stampa riportava la sua preoccupazione sull’ipotesi commissariamento -dice Salvemini-  io gli ho solo fatto presente che esisteva l’alternativa accordo. Da allora mi sono interfacciato solo con i consiglieri. Ed ecco il risultato, senza che mi sia stato chiesto in cambio alcun incarico“.

A fargli eco è il suo vice, Alessandro Delli Noci: “tanto di cappello al coraggio di chi ha fatto questa scelta. Io ci sono passato e li ho avvisati: finiranno nel mirino di accuse e calunnie. Avranno il nostro appoggio anche su questo fronte: lo scopo che ci ha uniti è nobile, dobbiamo essere forti di questo“. Poi, ancora una volta, si rivolge al resto della coalizione del Centrodestra: “per lavorare bene c’è bisogno comunque del sostegno di tutti -chiosa- il nostro programma ha molti punti in comune con quello di Giliberti ad esempio, basterebbe leggerlo. Forse qualcuno ha una visione più aperta, qualcun altro lascia prevalere gli steccati e i preconcetti. Ed ecco che la strada del dialogo si chiude senza un perché“.

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