Attualità

Colacem, “Ambiente e Salute” chiede la sospensione dell’A.I.A

GALATINA- “Toni prudenziali, se non addirittura distacco, da parte della politica provinciale sul drammatico stato di salute del nostro territorio salentino. – A sottolinearlo in una nota il coordinamento civico salentino “Ambiente e Salute”.Nel distretto di Galatina e nei comuni limitrofi, gli studi condotti confermano, che persiste un’emergenza sanitaria, frutto di decenni di incontrollate attività inquinanti che richiederebbero oramai misure urgenti, non più di contenimento, ma di cessazione delle emissioni tossiche e di completa bonifica”. “Pertanto, la rete di Coordinamento Civico Ambiente e Salute, formata da molte Associazioni e Comuni del Salento, chiede l’adozione di provvedimenti cautelativi, in ottemperanza a quel sacrosanto diritto alla salute, costituzionalmente garantito, che si concretizzino nel fermo degli impianti e nel diniego al rinnovo dell’ Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) ad un vetusto e gigantesco opificio insalubre, qual è il cementificio Colacem di Galatina”. “Già nel marzo 2017, presso la sede della Provincia di Lecce, titolare del procedimento di riesame A.I.A. al cementificio Colacem di Galatina, nell’ambito della Conferenza dei Servizi, era emerso, su sollecitazione di cittadini e sindaci, il problema del flusso di ingenti quantitativi di ceneri provenienti da Cerano, potenzialmente contaminate da sostanze pericolose, derivanti dalla combustione di ocd e gasolio, oltre che di carbone, destinate alla Colacem di Galatina ed immesse nel ciclo produttivo del cemento. Sollecitazioni, però, – prosegue il “coordinamento” – lasciate cadere nel vuoto. I dati dell’ Asl di Lecce ci indicano che il Distretto di Galatina è l’area con la più alta incidenza complessiva di neoplasie e di malattie polmonari croniche e secondo i dati EEA (European Environmental Agency, EEA Technical report No 15/2011) in soli quattro anni (2008-2012) i danni ambientali e sanitari causati da Colacem sono compresi fra 37-67 milioni di euro”.

 

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