Ambiente

Fumata nera dal tavolo Ilva: “revoca ricorso o spegnimento”. Emiliano: “crisi isterica di Calenda”

ROMA- L’Ilva di Taranto verrà spenta a partire dal 9 gennaio prossimo, se quel giorno il Tar di Lecce dovesse accogliere la sospensiva richiesta da Comune di Taranto e Regione Puglia. È quanto ha affermato il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, al termine del tavolo istituzionale convocato in mattinata a Roma e che non ha permesso di ritrovare il dialogo sul siderurgico. Gli enti locali, infatti, non hanno intenzione di ritirare il ricorso contro il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri che posticipa al 2023 l’ultimazione delle opere di ambientalizzazione.

“Continueremo ad andare avanti con investitore, ma se la condizione è costruire un’addenda contrattuale con garanzia dello Stato, non posso fare assumere allo Stato responsabilità di 2,2 miliardi di euro per pagare il conto del ricorso”, ha aggiunto Calenda. “Abbiamo chiarito, una volta per tutte – ha continuato – che l’accettazione della misura cautelare presentata da Comune e Regione determina la chiusura dell’impianto Ilva perché scadono i termini Aia, su questo il ministero dell’Ambiente è stato tassativo”. Un punto più sostanziale, secondo Calenda, è che “anche con il ritiro della misura cautelare, la presenza di un giudizio di merito dei giudici che può arrivare anche dopo 2-3 anni, determina la sospensione degli investimenti dell’investitore che perderebbe tutti i soldi che ha investito”.

Per Emiliano, Calenda avrebbe avuto “una cristi isterica”. Al tavolo “il clima era positivo da parte di tutti, tutti interventi positivi, poi – ha detto il governatore – a un certo punto c’è stato uno scambio di messaggi, non so bene, tra De Vincenti e Calenda e Calenda ha avuto una crisi isterica, si è alzato, ha fatto un intervento durissimo ed è andato via. Cosa sia accaduto lo spiegherà lui”. La Puglia ha dato disponibilità a revocare la richiesta di sospensiva al Tar ma non il ricorso. “Siccome Calenda è un ministro pro tempore – ha aggiunto – il tavolo si è insediato e a mio giudizio può essere anche autogestito da tutti quelli che vogliono partecipare”, per cui, riferendosi a Comune, Provincia, ArcelorMittal e sindacato, ha proposto: “se abbiamo voglia di trovare una soluzione, visto che il ministro fa solo da mediatore, riusciamo a trovarla anche senza di lui”.

 

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