Politica

La legge elettorale determinerà le alleanze, gli ex fittiani scettici verso Direzione Italia

LECCE- Prima il dialogo con Fratelli d’Italia, poi la confluenza nell’Udc, dopo l’alleanza e successivamente è la volta di Salvini, ma nulla c’è di definito per le scelte elettorali che compierà Raffaele Fitto. Dalla quarta gamba alle confluenze, ma i tempi saranno determinati dalla definizione della legge elettorale.

Se per l’ex ministro non c’è fretta, per i suoi bisogna accelerare per avere una prospettiva ed evitare nuove emorragie. I cespugli, sia a destra sia a sinistra, hanno una certezza, cioè che la corsa in autonomia non sarà più possibile. Però, se a Roma i vertici dialogano, in Puglia e nel Salento non si brinda né nell’Udc né in Noi con Salvini, mentre i forzisti fedeli, Vitali-Pagliaro e Mazzotta, interpretano lo spirito di Berlusconi: ben vengano coloro che hanno subito lo strappo voluto da Fitto ma senza nulla pretendere perché il Cavaliere ha un solo obiettivo, cioè rinnovare la squadra parlamentare con nuove personalità della società civile dal chiaro pedigree forzista ma con una storia umana e professionale ben chiara.

Se certa è la posizione dei berlusconiani da Arcore sino al Salento, le avances romane tra Fitto, Cesa e Salvini sono mal digerite dai riferimenti del territorio. Molti centristi e neoleghisti del Salento, e di Puglia, hanno un trascorso fittiano con un bagaglio di delusioni, e fratture, con l’ex ministro e con i suoi colonnelli, motivo per cui qualsiasi love story romana li induce ad un irrigidimento che non fa fare salti di gioia in caso di accordi, gemellaggi od alleanze.

Per l’Unione di Centro il più scettico di tutti è proprio il segretario regionale, nonché numero uno nazionale della tesoreria del partito, Salvatore Ruggeri che, a domanda “se la direzione romana del partito decidesse l’alleanza con Fitto, lei come reagirebbe?”, ha dato risposta lapidaria: “mi adeguerei”, come dire, non la invoco.

Dall’altra parte, ci sono i salviniani che nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto hanno spesso un trascorso fittiano, non ultimo l’approdo del consigliere Caroppo, e non plaudono all’eventuale flirt con Maglie anche per paura di essere ingurgitati e quindi nuovamente penalizzati dal leader dal quale, per motivi differenti, scapparono negli anni passati.

Quanto si deciderà sarà frutto della futura legge elettorale ed i calcoli saranno di duplice natura.  In primis, partitocratico: unirsi per giocarsi la partita della leadership, vedesi Salvini. Poi, raggiungere quella che sarà la percentuale utile per garantire quanti più amici e “compagni” di partito alla rielezione nel Parlamento italiano.

 

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