Cronaca

Fine della fuga per la Piccinonno: era nella stazione di servizio insieme ad un egiziano

SPECCHIA –La fuga di Valentina Piccinonno, la 34enne leccese condannata per omicidio di cui si erano perse le tracce martedì pomeriggio, è durata poco. Intorno alla mezzanotte è stata fermata all’interno del bar di una stazione di servizio all’ingresso di Specchia. Il suo arresto, da parte dei carabinieri della compagnia di Tricase, è avvenuto per un caso, e grazie all’intuito dei militari che hanno capito subito che la donna, particolarmente agitata, stava nascondendo qualcosa.  La Piccinonno era insieme ad uomo di origini egiziane che l’aveva portata nel Salento a bordo di una Nissan. Da Turi, in provincia di Bari, dove si trova la struttura nella quale stava scontando i domiciliari sino a specchia, in auto. La pattuglia dei carabinieri ha proceduto al controllo mentre i due erano nel bar. La Piccinonno ha fornito false generalità, non aveva documenti. L’uomo si è contraddetto più volte. Evidente che i due non avessero concordato una versione da fornire. Un atteggiamento sospetto che ha spinto i militari a portarli in caserma. È lì che la donna, messa alle strette, ha confessato di essere l’evasa condannata a 16 anni per l’omicidio di salvatore maggi, solo 24 ore prima. Questa volta è stata portata in carcere, considerando la sua propensione alle fughe. Non è certo la prima volta. Anche il giorno dell’omicidio del 74enne di Monteroni, il 29 giugno del 2015, la Piccinonno sarebbe dovuta essere agli arresti domiciliari per il rapimento di una bambina.  E’ stata denunciata anche per aver fornito false generalità a pubblico ufficiale. L’uomo che era con lei invece per favoreggiamento.

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