LECCE- “Nessun passo indietro”: per i lavoratori di Sanitaservice Lecce è quello l’imperativo. La notizia di un possibile accorpamento tra le società inhouse di tutta la Puglia o un loro smantellamento rimette tutti sull’attenti. Si è già in fermento, pronti a riprendere la lotta sindacale con le stesse modalità che hanno portato all’internalizzazione, vale a dire al passaggio dei dipendenti dalle ditte esterne appaltatrici alla società che è braccio operativo diretto della Asl.
Gianni Palazzo, sindacalista Usb, è netto: “a nostro avviso, non c’è alcun motivo per cui rimettere in discussione l’esperienza di Sanitaservice. È uno spauracchio agitato ad ogni campagna elettorale. Ma non ci faremo tirare per la giacchetta. Siamo pronti a scendere in strada”.
Nessuna convocazione, al momento, è arrivata ai sindacati dalla Regione. I servizi di pulizia negli ospedali, la manutenzione del verde, i servizi informatici legati al Cup, dopo la riforma ideata dall’allora assessore regionale alla Sanità Tommaso Fiore, a partire dal 2011 sono transitati in Sanitaservice. Dal gennaio scorso è arrivato anche l’aumento dell’orario di lavoro, sfiorando il full time per buona parte dei dipendenti. Ecco perché quella giunta nelle scorse ore da Bari è stata una doccia fredda.
Un pool di esperti incaricati dalla Regione sta provando a riscrivere il futuro della società, alla luce della sentenza del Tar che ha stabilito che alcuni servizi non possono essere più affidati dalle Asl alle Sanitaservice in maniera esclusiva e senza gara, perché questo non rispetterebbe il principio della libera concorrenza. Una delle ipotesi al vaglio è la fusione, decisione che, sebbene indicata dalla Regione, spetterà in ogni caso alle Asl attuare, essendo queste le proprietarie al cento per cento delle Sanitaservice.
