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Dopo Tap, il metanodotto Snam: 55 km da Melendugno a Brindisi. Al via le procedure

MELENDUGNO- Mentre Regione Puglia e governo continuano ancora a litigare sull’approdo di Tap a San Foca, altri fanno i fatti: la società Snam Rete Gas ha avviato in queste ore la procedura di valutazione di impatto ambientale per il metanodotto che dovrà collegare il gasdotto della Trans Adriatic Pipeline alla sua rete nazionale, nel punto di interconnessione previsto a Mesagne.
È un serpentone lungo 55 chilometri, da Melendugno a Brindisi. L’istanza di Via è stata formalmente presentata in mattinata al Ministero dell’Ambiente, mentre al Ministero dello Sviluppo Economico è stata depositata quella per l’accertamento della conformità urbanistica, l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, dichiarazione di pubblica utilità e autorizzazione alla costruzione e all’esercizio dell’infrastruttura.

I Comuni interessati, presso i quali sono stati depositati il progetto definitivo e lo studio di impatto ambientale, sono nove: Melendugno, Vernole, Castrì di Lecce, Lizzanello, Lecce, Surbo, Torchiarolo, San Pietro Vernotico e Brindisi.

Il tubo, tramite il quale dovrà essere immesso nella rete nazionale il metano in arrivo dall’Azerbaijan, attraversa le campagne e ne è richiesta valutazione di incidenza perché, pur non interferendo direttamente con alcuna area protetta, si sviluppa entro un raggio di 5 chilometri da diversi Siti di importanza comunitaria, come Le Cesine, Torre Veneri, l’Aquatina di Frigole, Rauccio, Bosco I Lucci. Ricade a meno di 10 chilometri, invece, da sei aree protette, tra cui il Bosco di Cerano Riserva statale biogenetica San Cataldo e il Parco regionale Salina di Punta della Contessa.

I tempi? I Comuni, oltre alla Regione, Arpa, Province, Arif e cittadini, hanno sessanta giorni di tempo, a partire da oggi, per presentare le proprie osservazioni. L’opera è consequenziale a Tap, per la quale restano alcune criticità: il cantiere avrebbe dovuto essere avviato il 2 novembre scorso, come da comunicazione della stessa azienda, con i lavori preparatori alla costruzione del microtunnel, vale a dire l’asportazione della vegetazione. La fine di questa prima fase, in previsione, dovrebbe terminare il 15 marzo prossimo. Ma al momento non ci sono ruspe all’orizzonte, poiché la Regione ha diffidato la multinazionale a depositare il progetto esecutivo, ancora non agli atti e preliminare per le valutazioni che vanno fatte prima dei lavori.

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