LECCE (di C. Tommasi) – Una vittoria, tre pareggi e due sconfitte in sei gare di campionato per sei punti in classifica, con sole quattro reti messe a segno e ben nove incassate: sono questi i freddi e impietosi numeri che hanno portato la società di Piazza Mazzini a esonerare l’ex tecnico del Bassano, Antonino Asta e a cercare la sterzata, il cambio di rotta, con il 60enne Piero Braglia. Nel calcio parlano i numeri, parlano chiaro, e spesso lo fanno anche a dispetto del bel gioco, ma non è questo il caso del Lecce. Perché in sei gare dall’inizio del campionato, Papini e soci hanno dimostrato un’evidente mancanza di identità tattica (con un 4-2-3-1 molto anomalo nelle ultime uscite), così come la quasi totale assenza di pericolosità in avanti, complice anche la doppia assenza per infortunio nelle ultime partite di Davide Moscardelli e Davis Curiale.
RI-PARTIRE – Ora si deve ripartire con la massima umiltà, i piedi per terra (si spera) e la voglia di mettere a posto una classifica, al momento, “pericolosa” e lontana dai recenti sogni (proclami) estivi. Solo sei punti per Papini e soci, come detto sopra, e tanti rimpianti per aver perso anche questa volta (così come negli ultimi due campionati) la possibilità di partire nel migliore dei modi in un girone, quello C, caldo, tosto e passionale. Dove non esistono partite facili, ci piace ripeterlo, e dove chiamarsi Lecce è un ostacolo in più per i giallorossi e uno stimolo maggiore per gli avversari. Ribadiamo anche questo.
NIENTE ALIBI – E ora, non ci sono più alibi: la parola va al campo, il migliore e il più esperto arbitro. Basta chiacchiere: sabato prossimo tra le mura amiche del “Via del Mare” bisognerà necessariamente battere la pimpante Ischia Isolaverde di mister Leonardo Bitetto (formazione ben organizzata e piazzata in classifica con 10 punti e quarta in condominio con Messina e Akragas) e far vedere il cuore e la grinta. Del tutto e tristemente assenti in quel di Foggia. E non solo…
