Politica

Referendum per le trivelle, sì dal Consiglio regionale

BARI- Con voto unanime il Consiglio regionale della Puglia ha approvato i testi de quesiti referendari per l’abrogazione delle norme contenute nello “Sblocca Italia” e “Decreto sviluppo” sulle procedure autorizzative per le ricerche petrolifere in mare.
Quello della Puglia è il secondo Consiglio regionale che si esprime in questa direzione, avvicinando il traguardo delle cinque assemblee il cui voto è necessario a promuovere dinanzi alla Cassazione la richiesta di referendum. Il parere definitivo di legittimità spetta successivamente alla Corte Costituzionale.

Nei prossimi giorni è atteso il voto di altre sei Assemblee legislative che hanno preannunciato di voler recepire i testi delle proposte elaborati dalla struttura tecnica della Conferenza dei presidente delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e concordati all’unanimità nella seduta della Conferenza dello scorso 11 settembre.

Sempre con voto unanime e per alzata di mano, il Consiglio regionale ha eletto i vice presidenti del Consiglio Giandiego Gatta e Peppino Longo, quali delegati effettivo e supplente alla presentazione dei quesiti referendari.

“E’ una giornata felice oggi per i pugliesi e per questo Consiglio regionale”. Così il presidente della Giunta regionale Michele Emiliano ha chiuso il dibattito sui quesititi referendari, sottolineando come la Puglia non sia conformata ai dettami della politica nazionale al riguardo. “Il conformismo – ha detto – è il principio della fine dell’attività libera di una comunità e non è il caso della Puglia”, ricordando i precedenti dei presidenti Fitto e Vendola che si schierarono rispettivamente contro le posizioni del Governo nazionale per il D.L.vo n. 56/2000 sul federalismo fiscale e per l’attività di trivellazione prevista nel mare Adriatico. “Appartenere a un partito – ha precisato il presidente Emiliano – non significa accettare tutto quello che il vertice del partito ha deciso”, auspicando che in maniera energetica continui ad esserci competenza concorrente tra Stato e Regioni

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