Cronaca

Settimana corta, genitori in rivolta: “No all’alternativa a pagamento”

LECCE-A settembre novità in arrivo nelle scuole leccesi.Settimana corta, bimbi a casa il sabato. La decisione è stata presa dopo una serie di riunioni, dalla Scuola di Base in rete, con l’assessore alla Pubblica Istruzione del comune di Lecce Carmen Tessitore e i dirigenti scolastici. Obiettivo: ottimizzazione dell’offerta formativa.

Come si recupereranno le ore perse? Anticipando e posticipando di mezz’ora ogni giorno l’ingresso a scuola dei bambini e dei ragazzi. La settimana corta riguarda tutte le scuole Primarie e Secondarie di Primo Grado, ovvero le scuole medie, della città e la decisione è stata adottata dopo le delibere dei consigli di circolo e d’istituto di ogni scuola.

Ma alla vigilia della ripresa molte mamme sono in rivolta. E sì, perché le annunciate attività alternative per le famiglie che ne avessero bisogno sono… a pagamento. Ecco un esempio di alternativa per una scuola primaria e secondaria leccese: da settembre a giugno, laboratori creativi, lezioni d’inglese, educazione civica, motoria, e così via.

Il problema è che le attività sono a pagamento: 25 euro, al mese , quindi per 4 sabati in tutto, con lo sconto del 10% per il secondo figlio. Il documento è già stato pubblicato sul sito della scuola in questione ed è pubblico.  Un bel salasso, gridano in coro tante mamme e papa che in questi giorni hanno aperto una discussione su fb. Come faranno i genitori che non hanno la possibilità di avere nonni e zii a cui lasciare i figli e che normalmente il sabato lavorano?

Poco lusinghieri i commenti dei genitori: c è grida allo scandalo, chi parla di una rogna, chi di un fatto vergognoso.“Il Consiglio di Rete, formato dai dirigenti d’istituto, è un organo autonomo- commenta l’assessore Tessitore- l’indicazione del comune è stata quella di adottare la settimana corta non a macchia di leopardo e così è stato. Ogni dirigente però rappresenta l’ Autonomia Scolastica e agisce sulla base delle decisioni del consiglio d’istituto. Forse quello che manca è la comunicazione. Alla ripresa dell’anno scolastico – commenta Carmen Tessitore – riunirò nuovamente il consiglio per parlare di programmazione e pianificare, concretamente quali saranno le offerte alternative”.

 

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