TARANTO- Ora è ufficiale: sono 4.459 gli esuberi in ilva a seguito alla chiusura di alcuni impianti per i lavori Aia, a partire dal contestuale fermo degli altiforni 1 e 5. La comunicazione dell’azienda è stata fatta alle rappresentanze sindacali unitarie con cui, da subito, partirà il confronto per ridurre il numero massimo di lavoratori destinati alla solidarietà, in scadenza a fine mese. La platea di lavoratori interessati è così suddivisa: 1.228 dell’area fusoria, 1.815 laminazione e tubifici, 1.416 Area Servizi, Staff e Manutenzione.
In un documento l’azienda spiega che «la fermata potrà invece essere totale e completa, sia pure per periodi parziali, per tutti gli altri reparti alimentati dalle produzioni dell’area a caldo dello stabilimento di Taranto.La produzione giornaliera – aggiunge l’Ilva – sarà di circa 11.800 tonnellate al giorno di acciaio rispetto alle 30.000 tonnellate al giorno in pieno assetto produttivo”. Intanto sale la tensione sul fronte della protesta del trasporto. Vicina la paralisi delle forniture.
Gli autotrasportatori dell’indotto siderurgico, che non percepiscono spettanze da otto mesi e sono alla quinta settimana di mobilitazione, hanno inasprito la protesta bloccando l’ingresso dei mezzi che forniscono materie prime e materiale all’Ilva. Dopo l’incontro di mercoledì con il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, speravano che tra gli emendamenti licenziati dal Senato ci fosse una misura esplicita per tutelare i loro crediti pregressi, ma non ci sarebbero garanzie . Ecco perche si è arrivati al blocco totale dei rifornimenti.