LECCE – C’è chi crede e chi non crede, chi ha fede e chi non ce l’ha. Il presepe vivente che verrà allestito alle Cave del Duca il 28 e 29 dicembre, mette d’accordo tutti, soprattutto quanti sono praticamente lontani da ogni forma di religiosità. E’ un inno alla speranza e alla pace quello che verrà messo in scena da cinque detenuti della casa circondariale di Lecce, quattro attori allievi dall’Accademia mediterranea dell’attore, dall’assessore Gabriella Margiotta nelle vesti di attrice, l’attore Lorenzo Paladini e Carla Guido nel doppio ruolo di regista e attrice. Un evento che vuol essere una risposta agli inquietanti e preoccupanti scenari di guerra in diverse aree del mondo. Un messaggio simbolico, carico di ottimismo che parte da Lecce per raggiungere mete lontane. Un campo profughi verrà posizionato all’interno delle Cave del Duca, sulla strada per Cavallino. Un segno evidente di apertura al confronto e al dialogo, alla possibilità di un confronto sano e autentico. Un luogo altro – o almeno, che noi consideriamo lontano – capace di avvicinarci al sentire comune, al grido d’aiuto che arriva dall’altra parte del mondo. E il pubblico diventa protagonista di un evento nel quale la natività finisce per rimettere in gioco vite e vissuti di quanti sono dentro le sbarre di tutti noi, liberi fisicamente ma intrappolati in un circolo vizioso che non ci consente di osservare l’altro, e di svolgere lo sguardo verso le storture del pianeta. Le tende da campo, i sacchi a pelo, gli zaini e altri accessori sono stati recuperati grazie ad Assoarma.
L’evento, dal titolo “Il presepe: quadri di vite e di speranza”, prevede due performance, alle 17 e alle 18,30 del 28 e del 29 dicembre.
