È ufficialmente partito l’iter per il riconoscimento delle grotte preistoriche pugliesi come patrimonio mondiale dell’umanità Unesco. La Regione Puglia ha approvato un protocollo d’intesa con undici Comuni del territorio che ospitano siti paleolitici. Un passo decisivo verso la valorizzazione di siti che raccontano oltre 800mila anni di presenza umana continua in Europa occidentale.
Si tratta di un patrimonio archeologico straordinario, che documenta le prime comunità e il rapporto millenario tra uomo e ambiente, luoghi che conservano pitture, incisioni e tracce di vita preistorica uniche al mondo. L’avvio della candidatura punta a trasformare queste testimonianze in un’occasione di sviluppo culturale e turistico per l’intera regione.
Ad accolgiere con favore la notizia è stato il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro che sottolinea: “Non posso che esprimere soddisfazione per questo provvedimento regionale, sia pure con il rammarico per il mancato riferimento – da parte dell’ex presidente Michele Emiliano e dell’ex assessora alla cultura Viviana Matrangola – alla mia mozione approvata all’unanimità a fine 2022, che ha avuto il merito di porre all’attenzione del governo regionale un patrimonio sotterraneo che custodisce le origini della nostra civiltà”.
Pagliaro evidenzia che l’iniziativa regionale amplia la sua proposta originale a tutto il territorio pugliese e che il tavolo di lavoro guidato dal Museo della Preistoria di Nardò sarà decisivo per accelerare il percorso verso il riconoscimento Unesco.
Il consigliere mette in luce la Grotta dei Cervi a Porto Badisco, considerata dalla stampa internazionale una vera “Cappella Sistina del Neolitico”, con cicli pittorici risalenti fino a 8-5mila anni fa. Per Pagliaro, il traguardo del riconoscimento potrebbe non solo salvaguardare un patrimonio unico, ma anche valorizzarlo a fini culturali e turistici, confermando l’importanza della Puglia nel contesto della storia dell’umanità.
