CronacaLecce

Sorpreso con cinque chili di cocaina: salentino detenuto a Malta potrà rientrare in Italia

Daniel Carbone, 35 anni, originario di Ugento, potrà presto lasciare il carcere maltese di Corradino per essere trasferito in un istituto penitenziario italiano, dove continuerà a scontare la sua pena e, soprattutto, potrà ricevere le cure mediche di cui ha urgente bisogno. La decisione è stata presa dalla corte d’Appello di Lecce, che ha riconosciuto la sentenza emessa dall’autorità giudiziaria di Malta e disposto il trasferimento del detenuto in Italia.

Carbone era stato arrestato nel novembre del 2023 all’aeroporto di Malta durante uno scalo da Lisbona. Nel corso di un controllo doganale, la polizia aveva rinvenuto cinque chili di cocaina nascosti nella stiva dell’aereo, suddivisi in panetti. L’uomo era stato immediatamente incarcerato con l’accusa di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, aggravata dall’ingente quantitativo di droga, che secondo le analisi maltesi presentava una purezza pari al 68 per cento. Il procedimento si è concluso con una multa di oltre 70mila euro, e una condanna a 15 anni e mezzo di reclusione, inflitta a seguito di una procedura di patteggiamento prevista dall’ordinamento giudiziario dell’isola.

In una prima fase delle indagini, le autorità avevano ipotizzato il coinvolgimento del salentino in una più ampia organizzazione criminale attiva nel traffico di stupefacenti su scala europea. Tuttavia, le analisi del dna avevano ricondotto le tracce dell’imputato esclusivamente all’esterno della valigia contenente la droga, elemento che ha portato a ritenere plausibile il suo ruolo di semplice corriere. Parallelamente all’iter giudiziario, le condizioni di salute di Carbone sono progressivamente peggiorate.

L’uomo soffre di una patologia per la quale era già stato programmato un intervento chirurgico presso l’ospedale di Tricase, mai effettuato a causa dell’arresto. Nel corso della detenzione, il quadro clinico si è aggravato fino allo sviluppo di una grave infezione che, allo stato attuale, viene trattata soltanto con terapie antibiotiche e cure palliative. Secondo quanto riferito dal suo avvocato Davide Botrugno, il detenuto non avrebbe potuto accedere agli interventi sanitari necessari nonostante le ripetute richieste, versando oggi in condizioni fisiche estremamente compromesse, con febbre persistente e difficoltà motorie.

Proprio l’urgenza legata allo stato di salute ha spinto la difesa a sollecitare il riconoscimento immediato della sentenza straniera e il conseguente trasferimento in Italia. L’istanza è stata esaminata nel corso di un’udienza camerale presieduta da Teresa Liuni, al termine della quale la corte d’Appello di Lecce ha accolto tutte le richieste.

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