Lecce si colloca all’81° posto nella classifica nazionale sulla qualità della vita 2025 elaborata dal Sole 24 Ore, perdendo nove posizioni rispetto all’anno precedente. Un dato che racconta un territorio in trasformazione, dove emergono eccellenze in termini ambientali e criticità strutturali ancora irrisolte.
A trainare la provincia verso l’alto è soprattutto il settore dell’energia rinnovabile: Lecce è terza in Italia per produzione elettrica da fonti rinnovabili (98 su 100), un risultato che conferma la vocazione del Salento alla transizione energetica. Buona la performance sull’aria, con un indice di salubrità che vale la 10ª posizione nazionale.
Sul fronte ambientale, però, non mancano i punti deboli: la raccolta differenziata arretra del 22,1%, e Lecce scende al 72° posto. Anche la disponibilità di piste ciclabili continua a essere inferiore alla media nazionale, registrando una contrazione dell’8,1%.
Il quadro sociale mostra segnali contrastanti. La natalità cresce leggermente (+1,7%), ma solo il 59% della popolazione tra 25 e 64 anni possiede almeno un diploma, valore inferiore alla media italiana. Ancora più critica la fuga dai percorsi formativi: l’uscita precoce dal sistema educativo coinvolge il 28% dei giovani, con Lecce ferma al 77° posto.
Sul fronte sicurezza, Lecce risale dieci posizioni, ma resta nella fascia bassa della graduatoria: 85° posto. Truffe informatiche, danneggiamenti e furti incidono ancora pesantemente.
La cultura continua a rappresentare un ambito vitale, anche se non pienamente valorizzato: la spesa dei Comuni per attività culturali resta bassa, mentre l’offerta di spettacoli supera la media nazionale.
Il mercato immobiliare e i consumi, invece, mostrano dinamiche vivaci: valore aggiunto pro capite (+18,3%) e canoni di locazione (+16,7%) crescono sensibilmente.
Il report, dunque, racconta una provincia in movimento, tra innovazione e fragilità.
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