Il suo guaito disperato è stato l’unico segnale di vita in un luogo segnato da abbandono e crudeltà. È stato quel lamento, flebile ma ostinato, a guidare ieri mattina la Polizia Locale di Veglie e le Guardie Zoofile Agriambiente Lecce verso un fondo rustico alla periferia del paese, dove si nascondeva un orrore inimmaginabile.
Dietro una recinzione chiusa con lucchetto, gli agenti hanno trovato un cucciolo di circa due mesi stremato e detenuto in condizioni incompatibili con la sua natura. Poco più in là, tra la vegetazione, il ritrovamento che ha gelato gli operatori: quattro carcasse di cuccioli, uno chiuso in un sacco di plastica, un altro semicarbonizzato.
Autorizzato l’ingresso dalla magistrata di turno, Francesca Miglietta, l’area è stata posta sotto sequestro insieme al piccolo superstite, affidato in custodia giudiziale. Il Servizio Veterinario ASL – SVET Area Nord ha effettuato i rilievi tecnici.
Le indagini hanno portato all’identificazione del presunto responsabile, denunciato per maltrattamento e detenzione di animali in condizioni idonee a causare gravi sofferenze. Contestata anche la violazione amministrativa prevista dalla L.R. Puglia 2/2020, poiché l’animale era privo di microchip.
