LECCE – Il terzo giorno della 26esima edizione del Festival del Cinema Europeo segna l’inizio delle retrospettive dedicate a grandi autori e del concorso dell’ulivo d’oro.
Ospite della manifestazione, a rappresentare il cinema del controverso e geniale cineasta danese Lars Von Trier, è la produttrice della sua ultima fase creativa Louise Vesth (Zentropa). L’omaggio al fondatore del Dogma 95 inizierà oggi alle 18, presso il Multisala Massimo, con l’apocalittico Melancholia del 2012. La pellicola racconta di una donna, interpretata meravigliosamente da Kirsten Dunst, che cade in depressione proprio mentre un pianeta rischia di entrare in collisione con il nostro.
Ad aprire la selezione del concorso ulivo d’oro, invece, è la proiezione dello spagnolo When a river becomes a sea di Pere Vilà Barcelò. Focus dell’autore è Gaia, una ragazza come tante che, nonostante l’appoggio incondizionato del padre e la possibilità di studiare quello che le aggrada di più, inizia a contestare il suo percorso universitario ed a pensare di abbandonarlo senza alcun motivo apparente.
Un’escursione archeologica, organizzata dalla sua professoressa preferita, le consentirà di tirar fuori un terribile segreto che la stava consumando dall’interno. Il primo film in concorso si esprime attraverso lunghi silenzi, primi piani della protagonista e momenti di dialogo profondi ed emotivamente toccanti. Il fiume e il mare che titolano il lungometraggio rappresentano la voce della protagonista che attende solo di unirsi alle altre per essere ascoltata e compresa. Come è possibile che, nella contemporaneità, ci siano ancora dei sistemi sociali che mirano a deresponsabilizzare i colpevoli e ad emarginare le vittime? L’interprete che ha dato il volto a Gaia (Claudia Hernandez Suròs) è stata scelta, dalla giuria del Festival, per ricevere il riconoscimento dedicato alla miglior attrice della competizione.
Anche Lo schiaffo di Frederìc Hambalek, il secondo film in concorso, analizza l’incapacità di comprendere le nuove generazioni, ma questa volta estremizzando il discorso con un’analisi più surreale e che strizza l’occhio ad un pubblico più ampio:
Marielle, la figlia di Julia e Tobias, sviluppa delle capacità telepatiche che porteranno i suoi genitori sull’orlo della follia. Al centro della disamina c’è una maggiore enfasi sul punto di vista degli adulti, intesi come dei bambini mai cresciuti e che non riescono ad accettare lo svelamento delle maschere che hanno indossato per anni.
