Pace fatta? Ufficialmente sì. Ma dietro l’abbraccio al Pala Martino tra Michele Emiliano e Antonio Decaro, più che un riavvicinamento storico, sembra profilarsi una tregua temporanea, utile a evitare scosse prima delle Regionali. A confermarlo sono toni e dinamiche delle ultime ore: sorrisi pubblici, pacche sulle spalle, ma nessuna reale apertura sui nodi politici rimasti irrisolti.
Nel giorno dopo la stretta di mano scenografica, Decaro prova a blindare la narrazione: «Il partito è unito», dichiara.
Parole scelte con cura, nonostante la consapevolezza che la rottura consumata negli ultimi mesi non è stata una semplice scaramuccia da campagna elettorale.
Dietro le quinte, però, resterebbero tensioni ed equilibri precari. Non è escluso, infatti, che il disgelo sia funzionale solo al voto, e che il vero confronto tornerà dopo, quando si dovrà decidere chi guiderà davvero la coalizione e con quali rapporti di forza.
La percezione, dunque, è che più che un nuovo corso, si stia assistendo al riciclo degli stessi protagonisti e delle stesse logiche, quelle che avrebbero frenato lo svolgimento dei lavori negli ultimi tempi della legislatura in consiglio regionale. Una pace utile, ma non abbastanza solida da essere chiamata riconciliazione.
