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Schlein e Decaro, dall’unità apparente alla distanza evidente

A Taranto si erano mostrati fianco a fianco, stretti in abbracci che dovevano suggellare la ritrovata unità del centrosinistra pugliese. Ma bastano due tappe successive per far evaporare l’immagine di compattezza costruita a favore di telecamere. Tra Elly Schlein e Antonio Decaro qualcosa non funziona, e il tour pugliese della segretaria Pd lo ha rivelato con chiarezza, tra movimenti improvvisi e assenze che pesano.

A Brindisi, prima anomalia: la presenza di Schlein non era nel programma ufficiale. Eppure lei arriva, si siede in prima fila accanto ai rappresentanti M5S, ascolta mentre Decaro illustra le sue proposte. Lui la saluta dal palco, come da copione; ma nessuno la invita a prendere parola. L’atmosfera è di cortesia, non di sintonia. Dopo una ventina di minuti, senza clamori, la segretaria si alza e riparte. Un passaggio breve, troppo breve per non destare interrogativi.

A Lecce, poi, il gelo diventa evidente. La sala è piena, il Convitto Palmieri ribolle di pubblico e aspettative. Il doppio intervento era atteso, ma Decaro non arriva. Schlein parla a lungo, rilancia i temi chiave – sanità, lavoro, lotta alle disuguaglianze – e annuncia sostegno totale al candidato. Ma lui resta altrove. Quando la segretaria, a fine intervento, confessa di aver cercato di “prendere tempo” sperando nell’arrivo di Decaro, il non detto diventa più eloquente delle parole.

Dalla struttura del candidato spiegano che il ritardo è dovuto alla precedente iniziativa di Brindisi, dove Decaro si sarebbe trattenuto più del previsto. Una giustificazione ufficiale che però non smonta del tutto le interpretazioni politiche. Perché questi scambi mancati arrivano dopo mesi roventi, segnati dallo scontro interno alla coalizione sulla candidatura e dalle frizioni mai del tutto sanate.

Eppure, a Taranto, la narrazione della compattezza sembrava credibile. Schlein elogiava il lavoro degli ultimi anni, rivendicava la crescita del Pil e la tenuta del sistema sanitario, disegnava un futuro guidato proprio da Decaro. Lì, la regia funzionava.

Poi il cambio di scena: tappe con orari sfalsati, incroci mancati, messaggi non detti. Episodi che, presi singolarmente, potrebbero essere derubricati a semplici imprevisti. Ma in campagna elettorale i simboli contano, e le distanze – quando si vedono – fanno rumore.

In Puglia il centrosinistra ripete che “l’avversario è dall’altra parte”. Ma tra i vertici del Pd e il suo candidato, almeno per un giorno, l’avversario è sembrato il sincronismo. E la politica, si sa, vive anche di sguardi che non si incontrano.

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