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Gioco d’azzardo, boom al Sud: la Puglia tra clan e dipendenze

C’è un’Italia che gioca e un’Italia che scommette la propria dignità. Nel 2024 gli italiani hanno “puntato” oltre 157 miliardi di euro, un fiume di denaro che, più che divertimento, rappresenta ormai un meccanismo di dipendenza collettiva. E, come denuncia il dossier Azzardomafie di Libera, questo fiume scorre sempre più verso Sud.
Campania, Calabria, Sicilia e Puglia sono le regioni con la spesa pro capite più alta: in Puglia, ogni cittadino “gioca” in media oltre 3.000 euro l’anno, bambini compresi. È un primato amaro, che rivela la fragilità sociale di un territorio dove l’azzardo diventa spesso illusione di riscatto economico e rifugio dalla precarietà.
Ma dove c’è fragilità, arrivano le mafie. La Sacra Corona Unita e la criminalità foggiana figurano tra i ventidue clan censiti in Puglia che hanno investito nel business delle scommesse, legali e illegali. Tra i 22 clan attivi troviamo i Coluccia, Padovano, Politi, Tornese, e ancora Capriati, Parisi e Strisciuglio. Le indagini dell’Antimafia hanno svelato reti complesse di società, prestanome e server all’estero, utilizzati per riciclare capitali illeciti e drenare risorse dai territori. Non a caso, la Puglia conta già sei sale gioco confiscate e tre interdittive antimafia confermate dal Tar: segnali di una contaminazione profonda tra economia legale e criminalità organizzata.
Il settore online è la nuova frontiera. Quasi 16 milioni di conti gioco attivi e una crescita del 37% nelle segnalazioni di operazioni sospette legate all’azzardo: numeri che parlano di un’economia parallela difficilissima da controllare. “Un euro investito nel narcotraffico rende sei volte tanto; nell’azzardo, nove”.
In un Sud già segnato da disoccupazione e povertà, il gioco d’azzardo diventa così un amplificatore di disuguaglianze.
In Puglia, dove le luci delle sale scommesse spesso brillano accanto a quelle spente dei centri sociali e dei teatri, la sfida non è solo economica, ma culturale. “Il settore del gioco e alle scommesse illegali, – dice il Tar Puglia – costituisce da sempre un settore di elezione per la criminalità mafiosa, essendo una notevole fonte di approvvigionamento delle organizzazioni criminali”

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