Una sentenza che segna un nuovo passo nel riconoscimento dei diritti delle persone transgender arriva dal Tribunale di Lecce. La seconda sezione civile ha accolto la richiesta di una giovane salentina che da anni vive come uomo, autorizzando la rettifica del sesso e del nome. D’ora in avanti potrà chiamarsi Francesco (nome di fantasia), come ha scelto di essere riconosciuto, perché – si legge nel provvedimento – quel nome “aderisce all’identità di genere cui si sente appartenere”.
Sin da bambino, Francesco si è percepito come maschio e ha vissuto con crescente disagio un corpo che non sentiva proprio, disagio acuitosi con l’arrivo della pubertà. Nel marzo 2023 ha iniziato un percorso di affermazione di genere presso il Centro regionale per la disforia del Policlinico di Bari e, dal febbraio 2024, ha intrapreso una terapia ormonale sostitutiva sotto controllo endocrinologico.
Con l’assistenza dell’avvocato Andrea Cavalera, ha chiesto al Tribunale la rettifica del sesso e del nome, documentando di vivere “con serenità e adeguatezza la propria identità di genere a tutti i livelli sociali”.
La seconda sezione civile ha accolto la domanda. Nella motivazione, i giudici affermano che “il diritto all’identità di genere si colloca senza dubbio nel novero dei diritti inviolabili che compongono il profilo personale dell’individuo”. Il collegio ha inoltre richiamato i più recenti orientamenti della Corte costituzionale, stabilendo che non è più necessaria l’autorizzazione del tribunale per il trattamento medico-chirurgico di modifica dei caratteri sessuali quando le trasformazioni già intervenute siano ritenute sufficienti per accogliere la domanda di rettificazione del sesso.
Un pronunciamento che conferma la centralità del principio di autodeterminazione e la tutela piena della dignità personale.
