Nel corso degli ultimi mesi, a partire da luglio, nel Salento si è registrata un’escalation allarmante di colpi esplosivi ai danni degli sportelli automatici bancari e postali, ben tredici in tutto. Per gli investigatori si è trattata di un’unica regia criminale, una banda specializzata, ribattezzata “marmotta”, che opera con tecnica, rapidità e mobilità.
Il copione sempre il solito. Gli assalitori fanno ricorso ad ordigni artigianali, posti strategicamente per far saltare lo sportello ATM e accedere alla cassaforte interna. Dopo i colpi avvenuti nel 2024,
l’ultima escalation prende il via il 19 luglio, con due tentativi, a Surbo e San Pietro in Lama, contro filiali del Banca Monte dei Paschi di Siena. Entrambi con esito negativo. Qualche ora dopo, alle 21:30 circa, a Leverano, assalto alla sede di Poste Italiane in via Turati: anche in questo caso i malviventi fuggono a mani vuote, con la cassaforte rimasta incastrata all’interno.
Poi qualche settimana di tregua, forse per perfezionare l’azione. Tant’è che a settembre e nei mesi seguenti sono andati a segno una raffica di 9 colpi: fra questi in frazioni come Frigole, Villa Convento, Torre San Giovanni di Ugento, e località come Arnesano, Presicce‑Acquarica e Racale.
Anche la provincia di Brindisi è stata coinvolta: colpi a San Pietro Vernotico (due volte), San Donaci e Savelletri di Fasano.
Stessa modalità di esplosione, orari notturni, scelta di obiettivi meno presidiati. Rapidità d’azione: arrivo, esplosione, furto o tentativo, fuga in pochi minuti.
L’impatto della sequenza criminale non è solo economico, ma anche sociale. L’esplosione di Presicce-Acquarica è stata definita “una strage sfiorata” visto che a poche decine di metri si trova un distributore di benzina con serbatoi.
In risposta, nel territorio pugliese Poste Italiane da tempo ha disattivato il servizio ATM in orario notturno in 145 sportelli, 62 solo nella provincia di Lecce. La questione è stata anche approfondita in prefettura con un vertice sull’ordine e la sicurezza pubblica.

 
