Non si è fatta attendere la replica di Eka, la società nata nel 2010 come spin-off dell’Università del Salento.
I riflettori sulla società con sede legale a Bari e sede operativa nell’edificio Dhitech del campus Ecotekne sono stati accesi da un parere richiesto dal professor Luigi Melica, senatore accademico di Unisalento, ai revisori dei conti sulla permanenza dell’Ateneo nello spin off nonostante sia stata deliberata la dimissione delle quote di partecipazione.
L’amministratore Unico di Eka Giuseppe Prencipe precisa che “da giugno 2025, Maurizio Laforgia ha rassegnato le proprie dimissioni a tutela della società, che Laforgia non è mai stato socio di EKA e che l’inchiesta della Procura nella quale è indagato Laforgia non coinvolge la società.
Quanto ai finanziamenti ottenuti, Eka fa sapere che non ha mai ricevuto dalla Regione Puglia in tutta la sua storia, e tantomeno negli ultimi otto anni, agevolazioni per sei milioni e quattrocentomila euro.
La somma complessivamente percepita è pari a meno di un decimo dell’importo indicato, risultando irrisoria rispetto al volume d’affari della società.
L’unico bando regionale realizzato anche con UniSalento è stato RETI, che attribuiva una premialità del +5% per l’opzione spin-off che EKA non ha utilizzato proprio perché era in corso la decisione dell’Università sulla dismissione della partecipazione.
In ogni caso il contributo complessivo di RETI è € 300.000 su 24 mesi (€ 150.000/anno), pari a circa il 2,1% del valore della produzione di EKA: un apporto, evidentemente, del tutto marginale.
Lo stesso RETI, peraltro, vede UniSalento collaborare con numerose altre aziende.
Ulteriore precisazione, riguarda poi, i crediti di imposta che sono previsti da norme nazionali e sono riservati a tutte le imprese sulla base degli investimenti effettuati e non in ragione della eventuale partecipazione al capitale dell’Università.
Quanto all’iniziativa del Prof. Melica, si evidenzia che Eka non è affatto una eccezione tra le società partecipate da UniSalento, mentre è certamente eccezionale – conclude l’amministratore Unico Giuseppe Prencipe – il valore aggiunto apportato all’Università, con un investimento di soli 1.000 euro, per utili distribuiti, consulenze e borse di studio, in attuazione della cd “terza missione”, ossia dell’apertura dell’Università al contesto socio-economico mediante la valorizzazione e il trasferimento delle conoscenze.
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