Tre colpi in rapida sequenza. Le immagini proiettate durante il processo nel tribunale di Brindisi, hanno cristallizzato i momenti in cui Irene Margherito, 54 anni, perde la vita. Il filmato, proveniente dalle telecamere di un’azienda sulla complanare della statale 7, ha documentato non solo la dinamica dell’omicidio ma anche l’audio degli spari di una pistola calibro 7,65.
In aula, tra i presenti, anche l’imputato, Adamo Sardella, 56 anni, cognato della vittima, accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, tentato omicidio del compagno della donna, Cosimo Franco Acquaviva, e porto abusivo di arma da fuoco.
Il video mostra l’arrivo di due auto: su una viaggiano Margherito e Acquaviva, sull’altra Sardella con il nipote Alessandro, figlio della vittima. L’uomo scende, si avvicina e si sentono tre colpi. Seguono concitati momenti di colluttazione: Alessandro tenta di fermare lo zio, che – secondo l’accusa – punta nuovamente la pistola. In un frame, Sardella sembrerebbe cercare di esplodere un ulteriore colpo verso l’interno dell’auto, quando la donna era già ferita.
Uno dei poliziotti chiamato a testimoniare, tra i primi ad arrivare sul posto, ha ricordato in aula le parole pronunciate da Sardella: «Va bene, sono stato io a sparare, volevo uccidere entrambi». Una confessione che gli agenti raccolsero mentre cercavano di evitare un possibile linciaggio. «Irene Margherito era ancora viva quando sono arrivato io», racconta l’agente.
La seduta si è chiusa senza affrontare il tema del movente. La prossima udienza è fissata per il 25 novembre 2025, quando il processo riprenderà con l’esame dei testimoni e l’approfondimento delle cause del delitto.
