LECCE – A cristallizzare l’amara realtà è stata la comunicazione ufficiale arrivata durante l’incontro sindacale di giovedì: i precari dell’agenzia regionale Arif (per le attività irrigue e forestali) quest’anno con le poche risorse a disposizione potranno lavorare soltanto due giorni in più. E questo perchè quest’anno, a differenza degli altri, la Regione non ha stanziato in favore di Arif il contributo di 800mila euro che ai lavoratori a tempo determinato avrebbe consentito un prolungamento delle giornate lavorative.
In ballo c’è il destino di una platea di ex interinali diventati poi dipendenti a tempo determinato avendo vinto un concorso, per un totale di 360 lavoratori in bilico perenne.
Pur apprezzando lo sforzo dimostrato dall’amministrazione di Arif, i sindacati – alla luce della doccia fredda – hanno adesso proclamato lo stato di agitazione, si dicono pronti allo sciopero.
E questo perchè tra le richieste avanzate vi era quella di raggiungere i 180 giorni lavorativi all’anno. Non solo. Richiedono anche delucidazioni in merito al mancato raggiungimento delle 151 giornate anche per gli idonei subentrati nello scorrimento della graduatoria, in considerazionedell’impegno finanziato per le 360 unità.
Per la prossima settimana è previsto un nuovo incontro tra sindacati e lavoratori per valutare le future iniziative da intraprendere.
LE REAZIONI
“Condannati al precariato a vita: da quindici anni i lavoratori a tempo determinato dell’Arif, continuano ad aspettare una stabilizzazione annunciata e sempre rinviata”. Interviene così sulla questione il consigliere regionale di FdI, Paolo Pagliaro. “Nonostante siano vincitori di concorso per l’assunzione a tempo indeterminato – continua – vedono calpestato il loro diritto ad un lavoro certo, dopo tanti anni di precariato e tribolazioni. Una situazione inaccettabile che grida vendetta e che ha precise responsabilità politiche: quelle dei governi regionali di centrosinistra che hanno promesso e non mantenuto. Ora l’ultima umiliazione: un’elemosina di due giornate lavorative in più che è un insulto a questi operai e alle loro famiglie. Noi siamo dalla parte di questi lavoratori da sempre e non da oggi – conclude il consigliere – condividiamo la loro rabbia e il loro sdegno e li sosterremo nelle loro legittime proteste. Basta con gli inganni!”.
