È emergenza marmotta nel Salento dove negli ultimi mesi si sono consumati ben 13 assalti agli atm di Lecce e Brindisi. Non si esclude che dietro ogni episodio potrebbe esserci la stessa mano criminale, o un’unica regia capace di muovere uomini esperti, in grado di agire e sparire nel giro di pochi minuti. La tecnica è sempre la stessa, spietata e pericolosa: ordigni artigianali costruiti con precisione chirurgica per sventrare gli sportelli automatici e far saltare le casse cariche di contanti.
Il primo segnale era arrivato d’estate, lo scorso 19 luglio, quasi in sordina, poiché i banditi fecero un buco nell’acqua con i due colpi, a distanza di poche ore, tra Surbo e San Pietro in Lama, entrambi ai danni di filiali del Monte dei Paschi di Siena. Qualche ora più tardi ci riprovano. Lo fanno in un orario insolito, alle 21,30, ai danni della sede di Poste Italiane di via Turati a Leverano, con la cassa rimasta bloccata all’interno della struttura e con la banda fuggita nuovamente a mani vuote.
Poi una tregua armata, durata giusto qualche settimana, fino a settembre. E questa volta la violenza cresce come un’eco inarrestabile. Racale, Frigole, Villa Convento, Arnesano, Presicce-Acquarica e infine Torre San Giovanni: un elenco che suona come una mappa della paura. Nove assalti nel giro di poche settimane, in paesi e frazioni dove la notte è di solito quieta e le pattuglie rare.
Anche la provincia di Brindisi non è stata risparmiata. A San Pietro Vernotico, San Donaci e Savelletri di Fasano le “marmotte” hanno colpito in serie, a volte riuscendo nell’intento, altre volte lasciando solo distruzione. Nell’ultimo caso, l’ordigno non è esploso: un difetto, forse, o la fretta di una fuga precipitosa.
Tutto lascia pensare a un gruppo organizzato, mobile, con ruoli precisi: chi prepara l’esplosivo, chi piazza la carica, chi controlla il tempo, chi guida il mezzo per la fuga. E ogni azione è studiata al dettaglio: si sceglie la notte giusta, si colpisce lontano dai centri più presidiati, si sparisce prima che arrivino i carabinieri.
Le indagini, condotte su più fronti, puntano a verificare se i responsabili siano salentini o “ospiti” di altre province pugliesi, magari di Bari o Foggia, territori dove le “marmotte” hanno già fatto scuola. L’ipotesi più accreditata è quella di una banda itinerante, capace di muoversi rapidamente e di colpire più volte nello stesso arco di ore. Intanto in prefettura si è svolto un vertice sull’ordine e la sicurezza pubblica, per affrontare l’emergenza e cercare di trovare soluzioni rapide per arginare il fenomeno. Non si esclude la possibilità da parte degli istituti di credito di disattivare negli orari notturni gli atm, come ha già fatto Poste italiane che in Puglia ha stoppato il servizio a 145 sportelli, di cui 62 solo nella provincia di Lecce.
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