Dopo anni di ricorsi e rinvii, si chiude con una condanna pesante la lunga vicenda del servizio di trasporto per i disabili dei centri diurni socio-educativi della provincia di Bari. Una decisione che si ripercuoterà su tutta la Puglia. L’Asl Bari ha infatti dovuto risarcire complessivamente 830mila euro a quattro centri diurni, a seguito delle sentenze definitive del Consiglio di Stato, che hanno confermato la responsabilità dell’Azienda sanitaria e della Regione Puglia per gli inadempimenti protrattisi nel tempo.
Una legge regionale, infatti, assegna il compito alle Asl di garantire il trasporto dei disabili presso i centri diurni convenzionati. Un obbligo che, tuttavia, l’Asl Bari per anni non avrebbe rispettato, nonostante le ripetute diffide da parte dei centri diurni, delle associazioni di categoria e dello stesso Comune di Bari.
Solo nel 2020, in via eccezionale e temporanea, l’Asl autorizzò i centri a gestire direttamente il servizio, riconoscendo però una tariffa di appena 6,51 euro per utente, somma insufficiente a coprire i costi reali sostenuti. Scaduto il contratto, i centri tornarono a chiedere una tariffa congrua o l’attivazione diretta del servizio da parte dell’Azienda sanitaria. In assenza di risposte, quattro strutture – assistite dall’avvocato Paolo Gaballo del Foro di Lecce – decisero di rivolgersi al Tat Puglia.
Il Tribunale amministrativo dispose il coinvolgimento della Regione Puglia per individuare una soluzione condivisa, ma senza esito. Dopo ulteriori ricorsi e ordinanze cautelari, che portarono anche alla nomina di un Commissario ad acta, il Tribunale amministrativo riconobbe le ragioni dei centri, dichiarando illegittimi i provvedimenti di rinvio adottati dall’Asl Bari e condannando Asl e Regione, in solido, al risarcimento dei danni.
La sentenza disponeva anche la trasmissione degli atti alla Corte dei Conti, per l’accertamento di eventuali responsabilità erariali. Nel giudizio intervenne a sostegno dei centri l’associazione Welfare a Levante, presieduta da Antonio Perruggini.
L’Asl Bari e la Regione Puglia impugnarono le sentenze, ma nel dicembre 2024 il Consiglio di Stato confermò integralmente le decisioni del Tar, ribadendo la responsabilità delle amministrazioni e la necessità di risarcire i centri per le spese anticipate.
Nei mesi scorsi, l’Asl Bari ha dato esecuzione alle decisioni della magistratura amministrativa, versando ai centri 830mila euro complessivi a titolo di risarcimento. Contestualmente, l’Azienda ha sottoscritto un accordo transitorio che affida fino a dicembre 2025 la gestione del trasporto ai medesimi centri, riconoscendo una tariffa di 14,50 euro per utente, più del doppio rispetto al passato.
Dal 1° gennaio 2026, come previsto, sarà l’Asl Bari a farsi integralmente carico del servizio, affidandolo a terzi tramite gara.
Le sentenze del Consiglio di Stato rappresentano, secondo l’avv. Gaballo, “una pietra miliare nell’interpretazione della normativa regionale e nella definizione delle competenze tra ASL e centri diurni in materia di assistenza ai diversamente abili”.