CINEMA – Benvenuti gentili e soprattutto curiosi lettori di TeleRama, al consueto appuntamento settimanale con Cineclub, dove i protagonisti assoluti sono le uscite più attese nel mondo del cinema.
Torna il cyberverso di Tron!
Cominciamo le nostre proposte settimanali parlandovi dell’uscita, del terzo capitolo, di una saga fantascientifica particolarmente celebre nell’immaginario collettivo, ovvero di Tron: Ares di Joachim Rønning. Il primo film, datato 1982 Tron, fu un fulmine a ciel sereno per il genere fantascientifico sul grande schermo, non tanto per la sua narrativa, ma per l’estetica e lo stile visivo all’avanguardia che lo definirono. Il nuovo protagonista della saga è l’attore statunitense Jared Leto, questa volta calato nei particolari panni dell’intelligenza artificiale, che titola il film, Ares. Esattamente come il richiamo mitologico del suo nome suggerisce, l’androide è una macchina da guerra inarrestabile che attende solo un comando del suo padrone. Dubitando dell’etica dietro alle sue azioni, l’I.A. inizierà a domandarsi quale sia il ruolo che vuole giocare nelle sorti del mondo.
Tramite un evidente richiamo alle tre leggi della robotica ideate da Asimov, la nuova scommessa fantascientifica della Disney vuole analizzare le questioni etiche e morali dietro all’utilizzo delle intelligenze artificiali nella contemporaneità, gettando nella disamina una condivisibile denuncia al clima guerrafondaio che continua a contraddistinguere i nostri tempi. Se gli essere umani sono i primi a tradire le leggi di Asimov: perché le macchine, quando sarà il momento, dovranno essere migliori di noi?
E se Fritz Lang fosse stato giapponese?
E adesso continuiamo a parlare di fantascienza, ma andiamo in Oriente, con il ritorno nelle sale dell’amato film d’animazione, datato 2001, Metropolis di Rintaro. Adattamento dell’omonimo manga del 1949 scritto da Osamu Tezuka, a sua volta liberamente ispirato dal capolavoro espressionista di Fritz Lang Metropolis del 1927, l’anime è ambientato in una società distopica e retrofuturistica in cui i robot vivono insieme agli esseri umani. Sfortunatamente questa coesistenza non è armoniosa e la maggioranza delle macchine è costretta a vivere come schiavi nei quartieri più bassi della città. In questo contesto, Kenichi e suo zio Shunsaku, un investigatore privato, esploreranno la città-stato in lungo e largo con la finalità di portare alla luce una rete, su vasta scala, di traffico di organi umani. Il film d’animazione, firmato da Rintaro, è una visione essenziale per gli amanti del genere fantascientifico.
Tanta adrenalina nel nuovo film di Kathryn Bigelow.
E in conclusione parliamo del thriller A house of dynamite di Kathryn Bigelow. La regista, vincitrice del premio Oscar per il crudo film di guerra datato 2008 The hurt locker, torna dietro la macchina da presa dopo una pausa di otto anni dalle scene.
La sua penultima pellicola Detroit, datata 2017, raccontava la violenta rivolta, avvenuta nell’omonima città del Michigan, che nel 1967 vide le forze dell’ordine e i manifestanti scontrarsi per 4 giorni di fila. Con il suo nuovo lungometraggio, la cineasta vuole indagare nuovamente il lato più estremo degli Stati Uniti: quando una base militare rintraccia una minaccia missilistica, proveniente dall’Oceano pacifico e che entro 19 minuti colpirà la città di Chicago, il Presidente e il suo entourage dovranno sfruttare il poco tempo a disposizione per decidere come reagire all’attacco…
In un periodo in cui anche la realtà occidentale non può ritenersi al sicuro dalle conseguenze della guerra, Bigelow ha deciso di trascinarci in “una casa imbottita di dinamite” per obbligare un nostro confronto con il terrore di un’ipotetica apocalisse. Un film tremendamente attuale, che non può lasciare indifferenti.