Il Piano di riequilibrio economico finanziario del Comune di Lecce non poteva essere rimodulato. Lo ha stabilito la sezione regionale di controllo per la Puglia della Corte dei conti dopo aver visionato la documentazione inviata da Palazzo Carafa lo scorso trenta agosto, alla scadenza del termine ultimo fissato proprio dall’organismo di controllo, che aveva chiesto chiarimenti in proposito con una lettera inviata all’amministrazione. La rimodulazione a cui fa riferimento la Corte dei conti è quella del 2024 e messa in atto dall’amministrazione guidata dall’ex sindaco Carlo Salvemini. La sezione regionale ha di fatto dichiarato che il piano di riequilibrio non poteva essere toccato, rilevando delle criticità sul calcolo degli importi. Una vicenda complessa che è stata affrontata anche nel corso di un’apposita commissione consiliare, convocata appositamente prima dell’invio della documentazione integrativa per tentare di fare chiarezza su alcuni punti poco chiari. La Corte dei conti, nella relazione inviata a Palazzo Carafa, sostiene che non è possibile una reiterata rimodulazione o riformulazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale, in quanto le disposizioni normative sul punto rivestono carattere di eccezionalità”. E fa riferimento all’approvazione avvenuta in tempi non corretti. Adesso ci saranno ulteriori novanta giorni di tempo per presentare ulteriori integrazioni, che una volta valutate porteranno all’approvazione o meno del documento economico finanziario di Palazzo Carafa.
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