SURBO – Un’odissea, straziante e sconcertante per certi versi, quella passata da un uomo di 86 anni, Gino Spagnolo, di Surbo, una vita da muratore tra mille sacrifici.
Una settimana segnata da continue vicissitudini che hanno messo in subbuglio i suoi familiari, costretti a barcamenarsi rimbalzando come una pallina da ping pong tra guardia medica, ospedali, specialisti e carabinieri. Ma andiamo con ordine. La vicenda prende il via lunedì 22 settembre. Nonno Gino (così viene affettuosamente chiamato dai familiari) non era più in sé: numerosi gli episodi di aggressione di cui si è reso protagonista. E numerosi i tentativi del nipote Simone di allertare il 118 ma ogni tentativo di far ricoverare il nonno è andato a vuoto. Eppure, il referto stilato dai medici del Centro di Salute mentale parla chiaro: “encefalopatia vascolare cronica con demenza e turbe ideo-percettive”.
Nel frattempo gli episodi di violenza e le allucinazioni si susseguivano. Ma nessuno, a quanto pare, voleva prendersi in carico l’uomo. Nemmeno l’intervento del sindaco di Surbo Ronny Trio che ha disposto un TSO è servito a sbloccare la situazione. “Il trattamento sanitario obbligatorio non è stato preso in minima considerazione. Anzi, il medico della Asl ci ha risposto che non era necessario intervenire per effettuare una visita”, denuncia Simone. E arriviamo a lunedì mattina: nuova chiamata ai carabinieri e nuovo tentativo di ricovero.
