LECCE – Non meritava il Lecce di perdere la quarta partita di fila. Eppure a pochi secondi dal termine il Bologna, con il minimo contributo, quanto a conclusione, stava tornando a casa con la valigia piena. Ci ha pensato Camarda a regalare almeno il pareggio ad un Lecce che avrebbe meritato di più. . “Il mio augurio è che questa sia stata la partita della svolta – ha detto il tecnico Di Francesco nel dopo partita -, la squadra ha meritato ampiamente, ci ha messo grande determinazione”.
Peccato per due disattenzioni che hanno permesso al Bologna prima di pareggiare e poi di passare in vantaggio. “Bisogna ancora rimediare a qualche piccola incertezza, ma teniamoci questo punto”, ha detto ancora Di Francesco. “Un’ingenuità quella commessa alla fine del primo tempo che ha propiziato il rigore in favore del Bologna – continua -, e anche sul secondo gol dovevamo fare certamente meglio”.
L’avvio di partita della squadra giallorossa è stato promettente: i giallorossi hanno mostrato il giusto equilibrio grazie ai due mediani davanti alla difesa. “Sto cercando di dare l’abito giusto alla squadra – ha spiegato -, sono soddisfatto dell’aspetto tattico”.
Un altro accorgimento, visto pure nella passata stagione, è stato quello dell’avanzamento di Coulibaly: il maliano aveva saltato la rifinitura per un problema al piede e ha rischiato di non giocare. “L’ho lasciato libero di alzarsi, per dare compattezza ed equilibrio in fase di aggressione”, ha aggiunto il tecnico giallorosso.
Un Lecce pure sfortunato per i legni colpiti, uno con lo stesso Coulibaly.
Il gol di Camarda negli ultimissimi istanti di recupero ha evitato al Lecce la quarta sconfitta di fila. “A fine partita gli ho detto che deve continuare a lavorare con questa umiltà- sostiene -, deve continuare così, ad avere sempre questa disponibilità con la squadra e con lo staff tecnico”.
Nel complesso Di Francesco si sente di affermare che “con questo spirito battagliero possiamo salvarci, abbiamo bisogno di tutti. Oggi vado a casa sereno, sia come uomo che come allenatore”.
