OTRANTO – Era il 10 luglio 2021 quando due giovani pugliesi, Pia Patruno e Francesco Marino, di 27 e 29 anni, originari di Cerignola, si tuffarono per il primo bagno nelle acque di Baia dei Turchi, a Otranto, appena giunti in compagnia di amici per un soggiorno di relax. Ma quel tratto di mare, celebre per la bellezza selvaggia, è anche insidioso. Quel giorno il vento forte e il mare agitato resero il quadro ancora più rischioso, e i due morirono annegati. Ogni tentativo di soccorso da parte di amici e dei bagnanti, così come le manovre di rianimazione praticate con l’attrezzatura di spiaggia, non bastarono a strappare i due alla morte.
In un primo momento, la Procura parlò di fatalità: mare in tempesta e scarsa abilità natatoria delle vittime. Ma i familiari non si arresero e si opposero all’archiviazione. Tre anni dopo la tragedia, la vicenda approda ora in aula di tribunale. Sarà la giudice monocratica Maddalena Torelli a valutare, dal prossimo 2 febbraio, le eventuali responsabilità del titolare di un lido, del direttore della sicurezza e di due bagnini – uno dei quali minorenne – finiti sotto accusa per omissioni nei soccorsi.
Durante le indagini, volute dal gip Angelo Zizzari, sono stati effettuati sopralluoghi, consulenze tecniche e l’ascolto di altri testimoni. Proprio le testimonianze degli amici avrebbero evidenziato la presenza di una torretta di salvataggio vuota a pochi metri dal punto dell’annegamento. Una circostanza che, per l’accusa, mette in discussione la vigilanza garantita dallo stabilimento.
Secondo i familiari delle vittime, le particolari condizioni del mare e la presenza di turisti inesperti avrebbero imposto maggiore attenzione da parte della struttura ricettiva. Di tutt’altro avviso le difese degli gli imputati, che respingono le accuse e parlano di un dramma inevitabile. Ora la parola passa al tribunale.
