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Lecce, da gruppo a squadra: un passaggio da completare

LECCE – Numeri e statistiche relegano il Lecce di Eusebio Di Francesco all’ultimo posto in classifica con un punto.

Una partenza che nessuno immaginava, ma non era affatto lontano dalle previsioni. Perché in queste prime quattro partite il Lecce ha affrontato, oltre a Genoa e Cagliari, pure Milan e Atalanta, due squadre che lotteranno per il vertice della classifica.

Contro il Cagliari, certamente, era atteso un Lecce più spigliato. E le premesse avevano alimentato le speranze della vigilia grazie al gol di Tiago Gabriel, già al 5′. Poi il Cagliari, con il trascorrere dei minuti, ha preso in mano le redini della partita. Ha trovato vie di fuga che probabilmente nemmeno la squadra sarda aveva immaginato alla vigilia.

La compagine ospite ha avuto più benefici di quanto sperasse. Un po’ per proprio merito, un po’ per demeriti del Lecce. Non pochi. La squadra di Di Francesco si è fatta desiderare in fase difensiva. Gaspar e compagni non hanno fatto una bella figura, poco coperta dagli altri reparti. È mancato il filtro necessario soprattutto sulla parte sinistra della difesa leccese dove la manovra della squadra sarda ha spesso scucito le maglie difensive del Lecce. A farne spese, a fine primo tempo, è stato Gallo, lasciato negli spogliatoi, come Sala. Di Francesco ha smontato il binario di sinistra lasciando in campo, ma per un altro quarto d’ora, Sottil, prima di sostituirlo con Tete Morente.

Proprio lo spagnolo ha avuto sulla propria testa il pallone del 2-1, ma il tuffo dell’esterno è terminato fuori.

Se è vero che i cinque cambi a disposizione cambiano volto ad una squadra, quello del Lecce è rimasto scuro. Un Lecce che non ha saputo essere incisivo; non è riuscito a mettere sui piedi o sulla testa dei propri attaccanti quei palloni da calciare in porta. E nel finale Di Francesco ha mandato in campo pure Camarda, facendolo coesistere con Stulic, la cui presenza dal primo minuto, per la prima volta al Via del Mare, non è stata certamente memorabile. L’attaccante serbo, come Sala e Sottil sono arrivati verso la fine del mercato. Sottil e Sala magari pagano una condizione fisica non eccellente. Ma Sottil conosce Di Francesco e le sue idee di gioco. Non basta però. Questo è un gruppo che deve diventare squadra, perché si attacca e si difende in undici. E oggi il Lecce, per tanti motivi, è quasi a metà strada. Forse Di Francesco dovrebbe dare spazio a chi ha sposato fin dal ritiro i suoi concetti. Almeno per il momento

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