CINEMA – Benvenuti gentili e soprattutto curiosi lettori di TeleRama, al consueto appuntamento settimanale con Cineclub, dove i protagonisti assoluti sono le uscite più attese nel mondo del cinema.
Le musiche dei Pink Floyd tornano in sala
Cominciamo le nostre proposte settimanali parlandovi dell’arrivo nelle sale italiane del film concerto David Gilmour – Live al Circo Massimo di Roma, diretto da Gavin Elder. Il lungometraggio, dalla durata complessiva di due ore e mezza, è l’adattamento cinematografico delle tappe romane dell’ultimo tour, intitolato come l’ultimo album Luck and strange, del chitarrista e voce dei Pink Floyd David Gilmour. Esattamente come il precedente film-concerto del 2017, ambientato nelle suggestive rovine storiche dell’antica Pompeii, quest’ultima testimonianza video sottolinea ancora una volta quale sia l’autentica natura della musica dei Pink Floyd, secondo David Gilmour. Niente sovrabbondanza di schermi, effetti speciali e l’utilizzo di oggetti di scena: la missione di stupire viene assegnata alla musica in se, all’utilizzo coreografico di luci laser e allo scenario che ospita l’evento. Una visione imperdibile per gli amanti del cantante-chitarrista che si fossero persi il tour dell’anno scorso e vogliono vivere l’esperienza.
Una vita straordinaria
E adesso passiamo a un dramma che in estate ha conquistato i cuori del pubblico statunitense, ovvero The life of Chuck di Mike Flanagan. Il regista statunitense, noto per aver ideato le meravigliose e terrorizzanti serie tv targate Netflix The haunting of Hill House, The haunting of Bly Manor, Midnight mass e La caduta della casata degli Usher; ha deciso di uscire dalla sua zona di conforto per realizzare un film che trascende i generi e racconta la strepitosa vita di un uomo. Come nella novella di Stephen King da cui il film è tratto, la storia è narrata al contrario e, quindi, termina con i primi anni di vita di Chuck Krantz, contabile che viene ringraziato per il suo contributo all’umanità. Con un cast ricco di ottimi attori e un’ottima base di partenza, Flanagan ha realizzato un dramma fantascientifico che parrebbe essere davvero sorprendente.
Perché le lucciole devono morire così presto?
In conclusione andiamo in oriente con il ritorno nelle sale di uno dei film d’animazione giapponese più belli nella storia del cinema: il tristissimo La tomba delle lucciole di Isao Takahata.
Conosciuto per essere il cofondatore del celebre Studio Ghibli, il regista con quest’opera ha realizzato un trattato cinico, poetico e amaramente realistico sulle conseguenze tangibili della guerra. Ambientato in un Giappone che affronta le fasi conclusive della Seconda Guerra Mondiale, il lungometraggio racconta la tragica storia dei due fratelli Seita e Setsuko. Rimasti orfani e senza nessuno che possa badare a loro, cercheranno di sopravvivere come possono in un rifugio anti-bombe abbandonato. La peculiarità del film è che inizia proprio mostrandoci gli ultimi istanti di vita del protagonista, usando il resto della visione per narrarci le tristi vicissitudini che hanno condotto a questo momento desolante.
Non solo uno dei film d’animazione più belli sempre, ma sicuramente una delle migliori opere audiovisive della storia del cinema. Il neorealismo italiano, grazie al genio di Takahata, rivive in una delle sue declinazioni visivamente più straordinarie ed emotivamente potenti.
